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Scuola, sindacalista ‘bacchetta’ i genitori che hanno denunciato il gender ed il Ddl Zan nell’ora civica

Piuttosto che ‘prendere per un orecchio’ buona parte di quegli insegnanti (soprattutto delle materne), che non perdono occasione per ‘marinare’ le lezioni fra malattie vaccini, treni persi e scioperi vari (lo scorso novembre solo a Roma 3mila insegnanti di ruolo a casa), ora capita che un sindacalista non abbia meglio da fare che prendersela addirittura con le famiglie.

Quelle famiglie, costrette a ‘fare i salti mortali’ per assicurare loro l’altalenante Dad (!), dimenandosi fra lavoro, stress, corse, ed un continuo di spese (stampanti, inchiostri, fogli, pc, connessioni), oltre che ad aver dovuto vedere i propri figli ‘pranzare’ con un panino, costretti a rimanere inchiodati sulla stessa sedia per ore, appesi ad un banco – non a rotelle – con la finestra aperta ‘anti-Covid’, a rischio bronchite.

Turi (Uil): “Le famiglie non possono spiare dal buco cosa avviene durante le ore di lezione”

Dunque, “Le famiglie facciano le famiglie. Non possono spiare dal buco della serratura cosa avviene durante le ore di lezione. Il loro rapporto con la scuola va gestito nei momenti istituzionali attraverso gli organi collegiali. La scuola statale è l’unica che può consentire un dibattito plurale”.

La ‘bacchettata’ arriva dal segretario nazionale Uil scuola, Pino Turi, ‘contrariato’ dalle numerose denunce che molti genitori avrebbero sporto in merito al ‘gender in classe’ durante l’ora di educazione civica, ultimamente spesa soprattutto all’indirizzo del ddl Zan.

Turi (Uil): “La scuola che indottrina è un fatto ideologico falso… Il docente ‘patologico’ può esserci”

Turi non ci sta e a sua volta denuncia che “La scuola che indottrina è un fatto ideologico falso. Gli insegnanti nella statale non sono reclutati per chiamata diretta ma per concorso pubblico. E questo garantisce il pluralismo di cui le famiglie sono informate attraverso la programmazione”. Poi però deve ammettere che (così come del resto anche da parte di alcuni genitori), “Il caso del docente ‘patologico’ può esserci, ma è difficile in una scuola statale perché in sede collegiale i docenti parlano tra loro, il sistema è trasparente. Ed esiste un organismo di verifica automatico. Nelle paritarie invece potrebbe esserci l’indottrinamento: il conflitto tra cattolici e laici è vecchio e il nostro paese non è veramente libero perché le gerarchie cattoliche interferiscono”.

Turi (Uil): “La scuola dovrebbe essere autonoma e ma comuni e regioni fanno continue invasioni”

Insomma, conclude il sindacalista, “Le critiche sono la punta dell’iceberg. Le famiglie si dovrebbero interessare delle attività didattiche in sede di programmazione non di erogazione. Invece pensano solo ai voti. E bisognerebbe insegnare secondo scienza e coscienza. La scuola dovrebbe essere autonoma e indipendente. Invece comuni e regioni fanno continue invasioni di campo“.

Un discorso ‘concettualmente’ condivisibile, solo che nasce sempre in seguito a contrasti ideologici

Per carità, un discorso ‘concettualmente’ indiscutibile ma come al solito, rivendicato in occasione di un tema di ‘contrasto’ ideologico (così come per il crocefisso, o l’abolizione della carne di maiale per la presenza di suadenti musulmani, o addirittura quella del Presepe), e mai indirizzato al reale adempimento di un programma di studio annuale che, puntualmente, per mille motivi, non si riesce mai a rispettare, spesso sottoponendo soprattutto più piccoli, ad un irritante surplus di studi. Tralasciamo poi gli esiti ‘disastrosi’ dei passati concorsi per insegnanti finiti a tarallucci e vino, con un esercito di ‘inabili’ divenuti di ruolo, ecc.

Ma di uno zaino pesante almeno 10 chili tutte le mattine, del bullismo nelle classi, e delle eventuali fragilità interiori di uno scolaro, non se ne parla mai, salvo che in presenza di … una denuncia (ma guarda un po’) da parte delle famiglie!  Dunque i genitori non ‘spiassero’ dal buco della serratura… stiano pure tranquilli: ci pensano ‘loro’…

Max