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Scuola, varate le nuove linee guida: la novità è che non ci sono novità! Speriamo nelle Regioni…

Poco fa da Palazzo Chigi, mentre nelle piazze del Paese va in scena la protesta,  sono uscite ‘le nuove linee guida’ per la Scuola. Ora, senza stare troppo a commentare, salvo sottolineare che, al di là dei soliti termini ‘roboanti’ cari a questo esecutivo, e ad alcune ‘ovvietà’, onestamente cogliamo poco dell’aggiustamento avvenuto.

Almeno, le ‘pregiudiziali’ poste dalle Regioni (che vedremo), toccano argomenti ‘vivi’, attuali ed impellenti. Speriamo non sia solo l’ennesimo frutto di un tacito compromesso politico all’italiana, ormai campione mondiale di ‘minestre riscaldate’.

Ad ogni modo ‘stupiamoci’ tutti insieme davanti al tecnicismo di una terminologia in pratica fine a se stessa… 

1) Si parte con “un cruscotto informativo (?) che sarà reso disponibile alla consultazione, in grado anche di segnalare, rispetto all’edilizia scolastica, le criticità: i casi in cui gli spazi delle aule didattiche espresse in metri quadrati non siano sufficienti ad accogliere tutti gli studenti iscritti”.

Forse ci si rifà ad un ‘censimento’ planimetro degli istituti e del loro stato di conservazione, ma già esiste. Anzi, sappiamo anche quanti e quali scuole sono a forte rischio sismico!

2) Ed ancora: una ‘cabina di regia (termine odioso) coronavirus con Regioni ed enti locali, affinché assicurino un “coordinamento nazionale delle azioni su tutto il territorio, e un monitoraggio per valutare ogni possibile intervento, su specifiche situazioni, prevedendo, ove strettamente necessario, ulteriori incrementi di organico, aggiuntivi, di personale scolastico per le istituzioni scolastiche statali”.

Ma anche qui: dove è la novità? Non funziona così in tutti i paesi del mondo?

3) Quindi la nuova bozza di linee guida del ‘Piano scuola 2020-2021’, sottolinea per ciascuna scuola ed istituto le misure contenitive e organizzative e di prevenzione e protezione da osservare. Norme che – ‘ovviamente’ – si rifanno “al documento tecnico del Cts del 28 maggio 2020 ed ai successivi aggiornamenti”. Poi, “il distanziamento fisico rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione … “.

4) Fermo restando poi che il Cts ha comunque la possibilità “di valutare a ridosso della ripresa scolastica la necessità dell’obbligo di mascherina per gli studenti (soprattutto della scuola primaria), per tutta la durata della permanenza a scuola e nei diversi ordini e gradi, una volta che possa essere garantito l’assoluto rispetto del distanziamento fisico sopra menzionato sulla base dell’andamento dell’epidemia anche in riferimento ai diversi contesti territoriali”.

5) Infine, la nuova bozza conferma inoltre la possibilità di prevedere turni differenziati e lezioni anche di sabato.

Insomma, come avete avuto modo di leggere, la novità che salta agli occhi è che non ci sono affatto novità! Ci si limita al minimo e all’indispensabile, senza entrare nel merito dei metodi, dei programmi, le esigenze familiari, le mense… boh!!!

Scuola, molto più ‘pratiche’ le richieste delle Regioni

Come dicevamo, poco prima che da Palazzo Chigi uscisse il ‘capolavoro’ appena illustrato, dal tavolo tra le Regioni e governo ‘anche’ in merito alla Scuola (in realtà i governatori hanno bussato a soldi), una nota recitava: “Siamo ad un passo dalla condivisione delle linee guida per la riapertura delle scuole, un testo che già oggi grazie al contributo propositivo delle Regioni e alla collaborazione istituzionale con il ministero risulta nettamente migliorato rispetto alle prime bozze. Abbiamo però chiesto – in Conferenza Stato-Regioni – un rinvio di 24 ore che consenta un approfondimento dell’ultimo testo del ‘Piano scuola 2020-2021. Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione”. Così Stefano Bonaccini,  presidente della Conferenza delle Regioni.

Dunque è vero che domani ci si tornerà sopra – e si spera quindi ‘quaglino seriamente’ – ma nel frattempo Bonaccini ha articolato le ‘richieste’ delle Regioni in modo molto più preciso ed esaustivo: “Abbiamo posto tre questioni politiche pregiudiziali:

1)  Prima di tutto la necessità ulteriori risorse, rispetto a quelle a cui si fa riferimento nel documento. Al riguardo, infatti, al di là dei fondi per l’edilizia scolastica, comunque insufficienti, occorrono risorse aggiuntive finalizzate alla riapertura delle scuole”.

2) ”Poi il nodo ‘personale’ Bisogna prevedere ulteriori risorse di organico docente e Ata. Serve uno stanziamento per garantire il recupero dei tagli operati sui posti comuni dei docenti sull’organico 20-21, nonché un aumento temporaneo dei contingenti”.

3) “Infine abbiamo lanciato un allarme sulla questione trasporti che va affrontata con urgenza, anche in un tavolo separato, guardando sia al lato economico che a quello organizzativo”.

Argomentazioni già molto più ‘pratiche’ che, si spera, il governo si affretti ad aggiungere…

Max