Scuole a rischio sismico, un progetto di ristrutturazione su quattro è in ritardo

    Un’indagine della Corte dei conti prende atto del ritardo nell’attuazione del “piano di sicurezza straordinario” delle scuole in aree soggette a terremoti. La relazione sottolinea in particolare “l’inadeguatezza delle risorse finanziarie disponibili in relazione ai bisogni stimati e l’urgenza delle azioni stabilite dal legislatore, il passaggio da una logica di emergenza a una strutturale nella pianificazione, la parzialità delle misure normative che hanno interessato solo una parte limitata del patrimonio scolastico ”
    Il rapporto, firmato da Andrea Liberati, in 142 pagine analizza sulla base dei dati disponibili la situazione delle scuole italiane nelle aree sismiche, giungendo a conclusioni allarmanti. I progetti lanciati nell’ambito del piano di sicurezza sono 1.951, mentre il 24% dei progetti totali (637) non sono neppure iniziati. Dei 2.651 interventi pianificati, quelli conclusi sono 1.617, pari al 61%.
    I relatori hanno rilevato “difficoltà procedurali nell’attuazione del Piano”, in particolare “per quanto riguarda la procedura di finanziamento e la concertazione tra Miur e le regioni”, ma anche perché alcune metodologie sono cambiate dall’avvio del Piano, con il passaggio di competenze alle commissioni parlamentari, nominate per redigere l’elenco degli interventi. Ciò “ha avuto implicazioni significative per la conseguente incertezza riguardante lo stato di avanzamento dello stesso Piano, la distribuzione geografica delle risorse e gli interventi programmati a favore degli edifici scolastici privati ??(disposti nonostante l’insufficienza di risorse per l’adeguamento del patrimonio pubblico)”.
    In conclusione, la relazione esprime “forte preoccupazione” per “l’aggiustamento incompleto e lento della legislazione vigente” e rileva “la gravità del mancato rispetto della legge.