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“Sempre più povertà e disagio: con la disoccupazione avanzano l’usura ed il gioco d’azzardo” avverte la Caritas

Mentre il governo ‘confida’ nell’Europa, i cui soldi (Recovery Fund, Mes, Peep o quant’altro), rappresenterebbero per il nostro Paese l’unica soluzione praticabile per evitare il baratro, il popolo italiano continua sentire la terra tremare sotto i suoi piedi. Nell’attesa come dicevamo dell’arrivo dei fondi – con un dl rilancio interamente da ‘oliare’ – l’unica azione pratica che si poteva fare è stata fatta: prorogare per quanto possibile il blocco dei licenziamenti, proseguire con la Cig e garantire per almeno altri 3 mesi un minimo di sicurezza ai lavoratori.

Nonostante ciò la situazione continua ad aggravarsi. La disoccupazione si fa sentire e, di contro, aumentano gli episodi di usura, e sempre più persone ‘sfidano’ la Dea bendata cercando la svolta cadendo nel vorace gorgo del gioco d’azzardo e nelle scommesse. Poi ci sono quelli arresi, depressi o ‘arrabbiati’ con la vita, che sfogano pericolosamente le loro sconfitte in casa, producendo danni psicologici – e fisici – spesso irreparabili.

Caritas: testimone delle ‘vittime della vita’

E’ un quadro inquietante quello che stamane ci ha mostrato la Caritas, presentando la sua seconda rilevazione nazionale che, dal 3 al 23 di giugno, ha ‘misurato’ lo status di quanti ricorrono quotidianamente ai 169 punti Caritas diocesane sparse nel Paese, che rappresentano  il 77,5% del totale.

Caritas: punto di riferimento del disagio sociale

Dunque, come dicevamo, le problematiche e le difficoltà che accomunano  il 95,9% delle Caritas sondate, non fanno altro che amplificare una situazione comune a tutti: la perdita del lavoro, la mancanza di fonti di reddito e, di conseguenza, serie difficoltà  a tenere fede alle spese di gestione ‘ordinaria’ come l’affitto, le bollette, ed in moltissimi casi del mutuo. Per non parlare di quanti sono addirittura costretti a dove rinunciare alle cure mediche (quelle dentali in primis).

Problemi che si riflettono inevitabilmente – dove ci sono – anche sui figli, sempre più prede del disagio psicologico e relazionale, facili ad episodi depressivi, e demotivati soprattutto nello studio.

La Caritas ‘in soccorso’ di quanti ignorati dallo Stato

Ma chi si rivolge alla Caritas? Intanto è abbastanza ‘preoccupante’ il fatto che un cittadino debba affidarsi ad altro che non sia lo Stato per trovare conforto o soluzione ai suoi problemi. Fortuna però che esistono strutture come queste, in grado almeno di ‘tamponare’ situazioni altrimenti destinate  al peggio. Dunque, mediamente ‘bussa’ ad un centro Caritas Diocesano chi ha perso una lavoro da poco, sperando di trovare ‘contatti’ per ricominciare. Poi i lavoratori in nero i quali, proprio in virtù di una situazione ‘altalenante’, nei periodi più neri (vedi ad esempio la quarantena), debbono preoccuparsi di potersi garantire almeno i pasti. Ma anche quanti in attesa della cassa integrazione ordinaria, in deroga, o dei bonus in quanto stagionali. Quindi pensionati  tante casalinghe.

Caritas: quanti casi disperati lasciati da soli…

Un capitolo a parte meritano quanti veramente ‘derisi’ della vita, come i disabili o portatori di handicap, spesso costretti a dover ‘sopravvivere’ in solitudine con  due spicci’.

Per non parlare degli sfrattati, dei senzatetto, delle famiglie ‘smembrate’ (madri e figli con padri ‘in fuga’). Fino ad arrivare poi a quanti devastati dall’usura, dai debiti, di donne vittime di mariti disoccupati ed ubriaconi, o molti di uomini in carcere. Insomma, una miscellanea di ‘disgrazie’ e ‘brutture’ da far rabbrividire. 

Gli operatori Caritas, ‘eroi’ silenti che hanno sfidato il Covid

Come dicevamo, grazie a Dio esistono strutture come la Caritas e, soprattutto, tutte quelle persone che, quotidianamente, decidono di donare il loro tempo libero agli altri. Uomini e donne che, anche loro, hanno pagato salato tutto questo altruismo. Basti pensare che  nei giorni più brutti legati al coronavirus, quando la maggior parte di noi era ‘rintanato’ in casa, ben 179 operatori delle Caritas Diocesane sono stati contagiati, di questi 95  sono stat costretti al ricovero ospedaliero e, purtroppo, 20 morti sono morti. Dei veri e propri eroi, come le migliaia di giovani che, evitando di esporre a rischio maggiore i volontari più anziani, non si son risparmiati lavorando giorno e notte.

Eccola l’Italia che ci piace, quelle vera…

Max