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Sentenza Adozione Gay, secondo Pro Vita Famiglia: “Il doppio cognome apre a ‘Stepchild’

Con la sentenza di adozione e il doppio cognome attribuito ad una bambina, “figlia” di due donne, si crea un precedente pericoloso che spalanca le porte all’adozione per coppie gay. Il “superiore interesse” dei bambini, tanto declamato dallo stesso tribunale per i Minorenni di Bologna, è quello di avere una mamma e un papà, non essere oggetto del desiderio di due adulti. In questo caso si legittima l’adozione omosessuale (nella forma della stepchild adoption), riconoscendo l’adozione da parte della compagna della madre biologica, nata per di più con procreazione eterologa da un donatore.

Una bambina che ora avrà i cognomi di due donne, ma il cui padre è e sarà sempre inesistente, come se i bambini non nascessero – e non avessero bisogno – di un padre e una madre. Questa assurdità è un campanello d’allarme che chiama in causa il prossimo Parlamento e il prossimo Governo, ai quali chiediamo – di qualsiasi natura politica saranno – di fare tutto il necessario per la vera tutela dei bambini e contrastare in ogni modo pratiche ideologiche che li vorrebbero come oggetti e non come soggetti di diritto”.

E’ quanto afferma in merito, Jacopo Coghe (nella foto), portavoce di Pro Vita & Famiglia.

Max

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Max Tamanti