Sentenza Lega, Salvini: Il nome non si tocca

    Altro giro, altra tensione, e nuove polemiche di nuova sorta intorno alla figura politica di Matteo Salvini e, in questo caso, intorno al tema caldo di queste ore relativo al nome della LEGA. Il leader del carroccio afferma infatti sul merito che non è in alcun modo sotto condizionamento in relazione alla sentenza sui fondi della Lega, che nel giorno del 5 di Settembre verrà diffusa dal Tribunale del riesame.
    Salvini, parla in pubblico alla Berghem fest di Alzano Lombardo, ed è assolutamente perentorio: a chi glielo domanda, afferma fortemente il suo deciso no, ovvero sia non ci sarà un nuovo partito. Da lì in poi, però, il vice premier non si ferma e tocca un po’ tutti i temi del periodo: da quelli sulla manovra economica al sempre verde tema della immigrazione con la nave Diciotti, passando per i taser e senza dimenticarsi le solite stoccate ai leader di sinistra e, in modo particolare, a Martina.

    “Noi non facciamo politica in base ai soldi e alle sentenze di questo o di quel magistrato”, afferma infatti in primo luogo il ministro Salvini. “Abbiamo un programma di governo e quello rispettiamo. A tasche piene o a tasche vuote, colpevoli o innocenti. E il nome Lega non si tocca”. Da lì, come annunciato, la nuova invettiva contro il segretario del Pd: “La Lega è il popolo e il popolo non lo ferma nessuno. Preferisco avere cervello pieno e le tasche vuote e non come il Pd che ha le tasche pieno e il cervello vuoto”.
    Quella che è attesa per mercoledì alla fine però rappresenta una svolta giurisprudenziale il cui peso può in qualche modo davvero incidere sul futuro del movimento politico da cui nasce Salvini e che proprio Salvini ha portato al governo. Se alla Lega, verrà imposto il sequestro dei conti correnti fino ai 49 milioni, ovvero sia l’ammontare di quanto secondo il pubblico ministero rappresenterebbe il profitto illecito della truffa sui rimborsi elettorali, non si potrebbe non immaginare un terremoto che minerebbe la stessa continuità ‘aziendale’, diciamo così, del partito.
    Questo tema, peraltro, rischia anche di acuire alcune discrepanze e accelerare anche alcuni processi che sono in corso di sviluppo proprio dentro al centrodestra: sono infatti sempre più concrete e palpabili le voci di una creazione ad hoc, ovvero sia di un nuovo movimento partitico come strumento utile sia per evitare il sequestro che per aggregare esponenti in fuga da Forza Italia.