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Sentenza Rigopiano, il primo grado si conclude ‘all’italiana’: 5 condanne e ben 25 assoluzioni. Caos nell’Aula, l’ira dei parenti

Che dire, visti i precedenti, l’impeto, non senza amarezza, è quello di riportare la cronaca di un ‘tipico processo all’italiana’ dove, in merito ad una tragedia che implica cariche istituzionali, alla fine non viene mai definita la precisa figura di uno o più responsabili.

Una tragedia immane quella consumatasi il 18 gennaio del 2017 quando, un esclusivo albergo del comune di Farindola (nel pescarese), complice una scossa di terremoto, venne letteralmente coperto da un’enorme valanga venuta giù dalla montana sovrastante. Dopo giorni di complicati soccorsi, alla fine vennero contati 29 morti. Una tragedia che, come ricostruito dalle testimonianze, poteva essere evitata, se chi preposto ai propri doveri avesse dato il giusto peso alle diverse telefonate che più volte allertarono circa l’incombente situazione di pericolo imminente.

Sentenza Rigopiano, l’accusa aveva chiesto 26 condanne, il primo grado ha invece comminato 5 condanne e ben 25 assoluzioni

E dunque il processo di primo grado relativo all’indimenticata strage di Rigopiano, racconta di 5 condanne e di ben 25 assoluzioni. Ritenuto responsabile – limitatamente alla omissione dell’ordinanza di inagibilità e di sgombero dell’Hotel Rigopiano – l’ancora oggi sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione; Paolo D’Incecco (dirigente) e Paolo e Mauro Di Blasio (responsabile) del servizio di viabilità della Provincia di Pescara, come scrive l’inviata dell’agenzia di stampa AdnKronos (Silvia Mancineli), “sono invece stati ritenuti responsabili rispetto al monitoraggio della percorribilità delle strade rientranti nel comparto della S.P. 8, e alla pulizia notturna dalla neve ovvero a quella relativa al mancato reperimento di un mezzo sostitutivo della turbina Unimog tg CK 236 NB fuori uso, nonché alla mancata chiusura al traffico veicolare del tratto stradale della provinciale 8 dal bivio Mirri e Rigopiano”. Tuttavia ai due sono però state concesse le circostanze ‘attenuanti generiche’, ed ‘operata la diminuente per la scelta del rito’ che, tradotto, sta a significare per ciascuno 3 anni e 4 mesi di reclusione.

Ed ancora, comminati sei mesi di reclusione per falso, infine, a Bruno Di Tommaso, gestore dell’albergo e amministratore della società ‘Gran Sasso resort & spa’, ed a Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della stessa società di intervenire su tettoie e verande dell’hotel.

Assolti invece l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco

In tutto ciò va ricordato che l’accusa aveva chiesto 26 condanne per un totale di 151 anni e mezzo di reclusione e 4 assoluzioni.

Sentenza Rigopiano, la rabbia di parenti ed amici delle vittime alla lettura della sentenza. Il giudice chiede intervento delle forze dell’ordine

Inutile stare a commentare la legittima reazione di parenti ed amici (ma anche delle persone comuni presenti nell’aula), delle vittime, che in un misto di rabbia ed amarezza hanno duramente inveito contro la Corte, che ha subito chiesto richiedere l’intervento di poliziotti e carabinieri. La prima reazione alla lettura della sentenza un applauso sarcastico, poi le urla rivolte al giudice: “ti devi vergognare, è uno schifo, questa non è giustizia“….

Max

 

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Di
Max Tamanti