Sicurezza e immigrazione, Cdm rinviato a lunedì

    Il decreto legge sulla sicurezza e sull’immigrazione, previsto per la giornata di oggi in Consiglio dei ministri, è stato rinviato ma arrivano subito le rassicurazioni del vicepremier Matteo che ha parlato di un gesto di cortesia istituzionale, in riferimento all’assenza di Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio a Roma. Il Consiglio dei Ministri si terrà dunque lunedì e Salvini approfitta per allontanare qualsiasi voce di dissidio. Con il Movimento 5 stelle, “ci abbiamo lavorato per due mesi, finalmente lunedì porteremo in Consiglio dei ministri il decreto”, ribadisce il vicepremier. Sulla stessa linea anche il premier Giuseppe Conte, che a margine dei vertice di Salisburgo con i leader europei ha detto che lo slittamento del Cdm è avvenuto “perché sono qui davanti a voi e se c’è un decreto significativo, se permettete vorrei essere presente. E non c’è neanche Di Maio”.
    In realtà dietro il rinvio ci sarebbero non solo alcuni problemi tecnici, ma anche nodi interni alla maggioranza, soprattutto legati al decreto legge sull’immigrazione. Ciò che non va giù ai grillini (o forse all’anima più sinistra del partito) sarebbe l’abrogazione del permesso per motivi umanitari, l’introduzione di permesso per casi speciali che può avere durata di un anno anziché due e la sostituzione del permesso per cure mediche, per altro già presente e normato.
    A far storcere il naso ancora di più sarebbero, poi, anche le restrizioni all’acquisizione della cittadinanza e l’abrogazione della norma che prevede il diritto di iscrizione anagrafica del richiedente asilo. “Alcune delle critiche mosse – spiega una fonte di governo del M5S a difesa del testo del ministro dell’Interno – le trovo davvero ideologiche. Se fanno la guerra aperta a Salvini su aspetti così tecnici è chiaro che si rischia l’implosione. D’altronde il decreto immigrazione è firmato da Salvini, mica dal Papa… che si aspettavano?”. Sul fronte del dl sicurezza, invece, i problemi sarebbero di natura tecnica.
    Un altolà, ad esempio, sarebbe arrivato dai tecnici del ministero della Giustizia riguardo alla decisione di riportare la fattispecie del ’blocco stradale’ -attualmente punito con multe salatissime- nell’ambito penale, con conseguenze ancor più ferree qualora l’autore fosse in possesso o aspirasse ad ottenere il permesso di soggiorno. Secondo via Arenula, infatti, la norma in questione cozzerebbe con i più recenti indirizzi in materia di politica criminale.
    Un altro ostacolo per il dl sicurezza, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti interne, arriverebbe dal ministero del Tesoro e dal suo occhio sempre vigile sulla spesa pubblica. Il testo voluto da Salvini, infatti, mantiene le 5 sedi per l’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia attualmente operative: oltre a quella centrale di Roma, le sedi secondarie di Reggio Calabria, Napoli, Palermo e Milano.
    Il Mef ha ritenuto la misura troppo onerosa, e ha chiesto di sforbiciare le sedi a quattro e dare la possibilità all’Agenzia di decidere dove tenerle. Rilievi sul dl sicurezza, infine, anche da parte dell’Anci riguardo la disposizione in materia di accesso al Centro elaborazione dati (Ced) da parte della polizia municipale.