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Sindaco ubriacone si finge morto nella bara per eludere i controlli anti-covid: choc e risa in Perù

Purtroppo la pandemia non ha risparmiato neppure l’America Latina e, in questo caso, il Perù. Qui, ad oggi, si registrano già 56mila contagi e ben 6mila morti. Una situazione emergenziale che, come accaduto negli altri paesi, ha indotto le autorità ad indire l’obbligo di quarantena, con il divieto assoluto di uscire dalle proprie case, se non per motivate necessità.

Il primo cittadino e la sua ‘prima quarantena’

Ora però è accaduto che nella austera cittadina di Tantarà, sita nel dipartimento di Huancavelica (al centro del paese), come spesso capita anche da noi, nelle provincie più assolate, col fatto che si vive tra poche persone ed in un quotidiano ‘ripetitivo’, basta un niente per trasgredire.

Qui, il primo cittadino, tale Jaime Rolando Urbina Torres, più che per le sue doti politiche, è molto noto per le sue performance ‘alcoliche’. Come riporta infatti il quotidiano peruviano ‘La Republica’, il sindaco ama passare le serate con gli amici, davanti ad invitanti bottiglie di alcolici.

Quando il vizio prende il posto della ragione…

Purtroppo, è risaputo che il vizio dell’alcol è una sorta di demone che, una volta insinuatosi dentro di noi ci rende irrimediabilmente ‘schiavi’. Così, dopo aver ‘resistito’ diligentemente i primi giorni, a Jaime Rolando Urbina Torres la quarantena è iniziata ad andargli stretta. Quei pochi bicchierini ingoiati di nascosto alla moglie, sempre attenta, non gli bastavano più. Così, dall’alto della sua ‘autorità’, ha organizzato con gli amici di sempre una ‘etilica seratina clandestina’.

Una serata ‘intima’ trasformatasi in un festone   

Tale è stata l’euforia del ritrovarsi tutti insieme a ‘brindare’ che, dopo un po’ di ‘giri’, gli animi hanno iniziato a surriscaldarsi, fino alla perdita totale di ogni freno inibitore. E’ così seguita una ubriacatura generale, con urla e risate che, in piena notte, hanno scatenato l’ira e l’indignazione dei cittadini di Tantarà i quali, hanno preso a subissare di chiamate il centralino del locale posto di polizia, lamentandosi per gli schiamazzi.

Il sindaco beccato dagli agenti ‘composto’ nella bara

Quando, nel bel mezzo della ‘festa’ i beoni hanno udito le sirene della auto degli agenti, e visto il blu dei lampeggianti avvicinarsi, pur barcollando visibilmente, hanno tentato di darsela a gambe levate.

Il sindaco, seguito da un amico, hanno notato un capannone dove, causa l’emergenza coronavirus, erano accostate diverse bare in legno designate a raccogliere le vittime dell’epidemia. Così, senza pensarci un attimo, i due, mascherina al volto, si ‘composti’ all’interno di due ‘sarcofagi’, rimanendo immobili, con gli occhi chiusi.

Un escamotage che non ha certo ingannato gli agenti, forse anche ‘divertiti’ nell’assistere alla scena del sindaco improvvisamente ’morto’ (nella foto).

Dopo la nottata in cella ed una bella multa, il resto sono le migliaia di post che, oltre alla rabbia (tutto il mondo il è paese), hanno scatenato anche l’ilarità e le battute degli utenti dei social peruviani…

Max