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Sono arrivati in Italia i primi interpreti afghani che hanno collaborato con i nostri militari

“Il personale afghano che ha collaborato con l’Italia non verrà abbandonato”. Lo aveva detto lo scorso 8 giugno il ministro della Difesa Lorenzo Guerini a Herat, in occasione dell’ammaina-bandiera che di fatto ha chiuso la campagna italiana in Afghanistan dopo la fine della missione Nato Resolute support. Oggi, 16 giugno, a distanza di pochi giorni da quelle parole, è atterrato all’aeroporto di Fiumicino il primo aereo con a bordo 82 persone. Sono cittadini afghani con le loro famiglie che negli ultimi vent’anni hanno collaborato con i nostri militari. “L’Italia non dimentica chi in questi anni in Afghanistan ha collaborato con noi”, ha rimarcato Guerini.

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In Italia verranno trasferite circa 270 persone (tra collaborati e famiglie), nell’ambito dell’operazione denominata Aquila, che hanno prestate servizio per il contingente italiano. Per altre 400 persone è in corso una fase di accertamento. I collaboratori vengono trasferiti nel nostro Paese per paura di ritorsioni da parte dei talebani in quadro, quello sul territorio afghano, che resta instabile.