SPAGNA – VINCONO I POPOLARI DI RAJOY MA SENZA MAGGIORANZA ASSOLUTA. CONCLUSA L’ERA DEL BIPARTITSMO

E’ dalla dittatura di Franco che la Spagna non cambia le ‘ragioni politiche’ portate avanti da un sistema bipolare ‘Pp-Psoe’. Oggi, la penisola iberica, nella parte bagnata dal Mediterraneo, vive un’epoca storica: ha una linea politica con un nuovo presidente del governo, che come di consueto, verrà ufficializzato 20 giorni dopo aver costituito il nuovo Parlamento, ma soprattutto porterà volti nuovi nel Parlamento. Ipartiti: Podemos e Ciudadanos, rappresentano il nuovo che avanza, pensionando partiti, con le solite idee salva-casta, vecchi e logori e portando in Parlamento decine e decine di deputati. ‘Non è tutto oro ciò che luccica’, Rajoy, ha raggiunto 122 seggi mentre la maggioranza assoluta, è rappresentata da 176 seggi: questo significa che bisognerà formare una nuova coalizione capace di soddisfare tutti, con l’insolito intervento del giovane Re, Felipe VI, che rivestirà, oltre ai panni regali, un ruolo da mediatore tra i vari partiti, per trovare un accordo di governabilità stabile. Nello spoglio del 99% delle schede, il Pp ottiene il 28,7% dei voti e 122 seggi su 350 nel nuovo Congresso di Madrid. Perde 64 deputati e la maggioranza assoluta rispetto alla legislatura uscente. Il ‘Psoe’ di Pedro Sachez arriva secondo con il 22,1% e 91 deputati. Ne perde 20 ma riesce a evitare l’umiliante sorpasso di ‘Podemos’ grazie soprattutto alla buona tenuta in Andalusia. Il partito post-indignado di Pablo Iglesias, dopo una spettacolare rimonta negli ultimi giorni di campagna, registra un successo storico e sbarca in parlamento con 69 deputati, vincendo in Catalogna e nel Paese Basco. Quarto con il 13,9% e 40 deputati si piazza l’altro partito anti-casta, il centrista Ciudadanos di Albert Rivera: meno rispetto alle aspettative.

D.T.