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    Speciale diritto d’autore, prof. Andrea Tatafiore: “Valore fondamentale della personalità per la diffusione della conoscenza”

    Intervista con il prof. Andrea Tatafiore, nuovo presidente dell'Aida, sul diritto d'autore

    Prof. Andrea Tatafiore, presidente Aida

    Professore, lei è stato da poco eletto presidente dell’Aida (Associazione intermediari del diritto d’autore), perché ha accettato questa sfida?

    L’Aida, oltre a essere una sfida, è un onore che porta con sé molte responsabilità. È un’associazione importante che rappresenta un grandissimo numero di intermediari del diritto d’autore, una figura professionale necessaria, specie in un paese di inventori, artisti e autori come il nostro, nel mercato e nell’industria dei contenuti. Questa categoria però non ha mai ricevuto le giuste attenzioni. Il ruolo dell’Aida è quello di valorizzarla e attivare percorsi strategici con i grandi player del sistema per dare un contributo significativo e reale. Il diritto d’autore è stato profanato negli ultimi anni, spesso ritenuto addirittura come una tassa. In realtà riconosce un diritto importante della personalità che permette la crescita della cultura e della conoscenza. Valori costituzionali, profondamente nobili. Troppo spesso la libera circolazione di contenuti culturali è diventata un fenomeno liberticida che non consente al giovane e al vecchio autore di collocarsi nel mercato e di valorizzare le proprie capacità.

     

    Professore qual è la situazione attuale del diritto d’autore?

    Il diritto d’autore è entrato nella terribile condizione di contrasto tra il mondo delle regole e quello del mercato. Economia e tecnologia sono più veloci del diritto, che si muove con maggiore lentezza per trovare un equilibrio con le regole del mercato. In tale incertezza normativa il legislatore ha una strada delineata dalla direttiva 790 del 2019 dell’Unione europea. La partita però si gioca anche a carattere locale. Basta pensare ai fenomeni tecnologici del blockchain e dei big data: le nuove linee guida dell’uso di opere all’interno della rete. Temi da attenzionare con grande prudenza. La nostra associazione ha la fortuna di avere all’interno dei propri associati più di 120 mandatari della Siae, un punto di riferimento economico e culturale del diritto d’autore. La Siae è una realtà con un forte radicamento territoriale in grado di recepire le esperienze concrete della percezione del diritto nella sua declinazione più materiale. Esperienze dirette utili e necessarie al legislatore per disegnare non solo un importante passaggio giuridico, ma anche sociale. Dietro la creazione di un’opera non c’è solo l’intuito, ma una macchina che dà al suo creatore una soddisfazione morale ed economica. Se questo viene a mancare il sistema non può più generare elementi fruibili all’interno del mercato.

    Qual è la relazione tra Siae e Aida?

    Mi piace pensare questo rapporto come un’affinità elettiva. Tra i nostri associati ci sono 120 mandatari Siae, figure essenziali nel percorso operativo nell’ottenimento dei diritti economici d’autore. La Siae per noi è un autorevole interlocutore meritevole di fiducia. Grazie alla presidenza importante di Mogol e a una direzione generale illuminata, la Siae è riuscita a valorizzare questo ente anche in un momento di difficoltà, causato dalla pandemia da Covid-19, dimostrando grande vicinanza nei confronti dei mandatari. Spero che in futuro si riescano a generare tanti risultati positivi. Noi dell’Aida abbiamo al nostro arco una freccia importante, l’avvocato Alessandro Bracci, membro del consiglio direttivo. Bracci rappresenta un punto di riferimento istituzionale nei rapporti con la Siae e con tutti i nostri interlocutori dell’industria dei contenuti.

    Professore, chi è effettivamente l’intermediario del diritto d’autore?

    Gli intermediari del diritto d’autore sono tutti coloro che nella loro quotidianità intervengono nella filiera dei diritti economici e morali d’autore. Sono i mandatari Siae che tutti i giorni con tenacia e serietà raccolgono i diritti e i riconoscimenti economici che sottendono un diritto della personalità: il diritto d’autore. Ma sono anche intermediari gli avvocati o gli agenti. Tutti coloro che si cimentano per unire le volontà contrattuali delle parti. Il mondo dei contenuti è fatto di grandi dinamiche relazionali, ridotte a equilibri contrattuali. Gli intermediari sono quei soggetti che custodiscono questi equilibri con grande professionalità.

    Competenze e professionalità, dunque.

    La grande proliferazione delle dinamiche economiche, discendenti dall’aumento delle possibilità delle comunicazioni e dalla convergenza dei media, ha fatto dimenticare il grande ruolo che hanno le persone e le professionalità in questi processi. Siamo stati tutti attratti da dinamiche tecnologiche e di fruizione, ma non abbiamo mai riflettuto quanto fosse importante per la qualità affidarci a soggetti con le competenze per farlo. Ora è tempo di valorizzare queste figure per i nostri obiettivi: raggiungere un giusto equilibrio tra le dinamiche del diritto e quelle di mercato.

    Spesso però il diritto d’autore è visto come una tassa.

    In questi decenni la libertà di accesso e la fruizione diretta all’opera dell’ingegno ha determinato, specialmente nei giovani, la convinzione che tutto sia libero. Evidentemente alcuni passaggi non sono chiari. Compito dell’Aida è proprio quello di riuscire a colmare questo gap culturale tramite convegni, iniziative ed esperienze dirette. Dietro al diritto d’autore non c’è una tassa, ma la possibilità di usufruire dei contenuti autoriali di una persona riconoscendole il suo diritto economico. Niente di più ovvio e scontato. Va spiegato che non si paga qualcosa di insensato, ma un valore importante di cui tutti usufruiamo.

    Cosa ci aspetta in futuro?

    Bisognerà creare un equilibrio sostenibile tra diritto e regole di convivenza ed etica sociale. Non più contrasto tra posizioni, ma mero riconoscimento di valori.

    Mario Bonito