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Spesa online: cresce ma non è sempre conveniente

Come dicevamo alcuni giorni fa in merito agli ‘acquisti natalizi’, il settore web continua a crescere, con l’online (non necessariamente facente riferimento ad un preciso marchio) arrivato al +39%, contro il +15% che caratterizza invece l’E-commerce. Certo c’è da dire che, complessivamente, l’E-commerce (caratterizzato da veri e propri colossi), vanta un valore di mercato pari ad oltre 30 miliardi, tuttavia, se letti in proporzione i 646 milioni di euro delle vendite online non sono poi così ‘pessime’ come molti vogliono far credere.
Come spiega questo specifico studio settoriale condotto dall’Osservatorio e-commerce B2c Netcomm del Politecnico di Milano, la spesa online cresce di anno in anno, quest’anno è stato calcolato che ha coinvolto ben il 68% degli italiani.

Il rigoroso test effettuato da Altroconsumo

Ma l’E-commerce è davvero così affidabile e vantaggioso? Una domanda alla quale ha cercato di dare una risposta Altroconsumo (attraverso un’inchiesta pubblicata sul numero relativo alle ‘Inchieste di gennaio 2020’), che ha testato diverse catene di supermercati (da Esselunga a Coop) e canali e-commerce, del calibro di Amazon, Glovo ed altri.
Prima è stata composta una sorta di classifica con relativi punti – da una a 4 stelle – attraverso i quali giudicare la qualità degli indicatori, come l’assortimento dei prodotti (in alcuni casi risultato insufficiente), la consegna (celerità, rispetto del giorno e della fascia oraria previsti), le indicazioni da accompagnare alla consegna (vedi i surgelati, che vanno subito indicati onde evitare ‘contaminazioni’ tra alimenti ed altri generi), quindi i costi (comprese le spese di spedizione, eventuali cambi o recessi) e, infine, la reale eco-sostenibilità dei packaging.
Quindi, in riferimento a quattro capoluoghi (Roma, Milano, Napoli e Bari ), e due comuni di provincia (Borgaro Torinese – To – e Legnaro – Pd -), sono stati fatti 33 ordini.
Ricevute le ‘merci’ ordinate, Altroconsumo ha così potuto testare gli indicatori e le aziende per poi rivelare che, ad esempio, Conad ha dato prova di grande affidabilità, toccando il punteggio pieno. Così come Amazon Prime Now, definita addirittura ‘impeccabile’ sul reso. Di contro, bandiera nera per Glovo (male la separazione dei prodotti), Lidl (che non accetta il reso) e, in fondo a tutti, Cicalia che, oltre a non soddisfare nessun indicatore, applica ben 16,90 euro per la spedizione per il reso.
Dunque, analizza infine Altroconsumo, è vero che acquistare online aiuta in termini di tempo e stress – e volte anche economicamente – ma bisogna però anche esser pronti a doverci misurare con situazioni snervanti. Soprattutto nell’ambito dei supermercati dove, offerte, sconti e vastità di offerta proposti dai punti di vendita fisici, forse sono ancora vantaggiosi…
Max