SPRECO ALIMENTARE, ARRIVA IN FRANCIA LA LEGGE PER PUNIRE CHI GETTA IL CIBO ANCORA UTILIZZABILE

    1spreco ciboUna legge per punire chi spreca il cibo, è questo lo scenario che si sta delineando in Francia e che a meno di clamorosi eventi è destinato a divenire realtà Domani, infatti, il Senato francese discuterà l’approvazione del decreto legge promosso da Guillaume Garot che ha come obiettivo quello di multare chi, tra gli appartenenti al settore della grande distribuzione, butterà il cibo invenduto invece di donarlo.

    La legge proposta da Garot, membro del Partito Socialista e attualmente deputato del dipartimento della Mayenne nella regione dei Paesi della Loira, è rivolta ai supermercati di grandi dimensioni e prevedrà multe fino a 75mila euro o il carcere per un massimo di 2 anni per chi non rispetterà le nuove disposizioni. Scatterà, inoltre, l’obbligo di donare il cibo prossimo alla scadenza, e che fino ad ora veniva gettato tra i rifiuti, alle organizzazioni che si occupano di assistere i bisognosi.

    Il sì del Senato francese è l’ultimo passo necessario per la definitiva approvazione dopo il sì unanime da parte dell’Assemblea Nazionale nel maggio del 2015. L’obiettivo è quello di ridurre uno spreco di cibo da ben 8 milioni di tonnellate all’anno.

    Insieme alle sanzioni sarà prevista anche l’istituzione di un programma di educazione alimentare in tutte le scuole primarie francesi al fine di sensibilizzare i più giovani sui danni, economici, ambientali e non solo, arrecati al nostro pianeta dallo spreco di cibo. Già lo scorso settembre Ségolène Royal, Ministro dell’ecologia, dello Sviluppo sostenibile e dell’Energia del governo francese, aveva annunciato che le scuole francesi che avrebbero avviato un piano di lotta contro gli sprechi alimentari sarebbero state dotate di un orto coltivabile dagli alunni con il sostegno delle associazioni di agricoltori.

    Ma questi non sono gli unici provvedimenti messi in atto dal governo d’oltralpe. Da segnalare, anche le norme che spingono tutti gli esercizi ristorativi che servono più di 180 pasti al giorno a consegnare ai propri clienti la doggy bag, il sacchetto contenente il cibo che non hanno consumato durante il loro pasto. L’idea del contenitore per gli avanzi nasce per riutilizzare ciò che non si è mangiato come alimento per il gatto o il cane che si ha in casa. Stando alle stime di Coldiretti, questa è una pratica poco diffusa tra gli italiani, contrariamente ai popoli di altre nazioni, ad esempio gli americani. Ne è esempio Michelle Obama che, durante una visita a Roma, si fece impacchettare i resti della cena.

    Plauso all’iniziativa francese è arrivato anche da Gregorio Fogliani, presidente di Qui Foundation, la Onlus del progetto Pasto Buono che si occupa del recupero del cibo sano invenduto dal settore ristorazione, il quale ha commentato così la notizia: “La Francia sta creando un precedente positivo per tutta l’Europa. Viene finalmente riconosciuto il principio secondo cui non sprecare è il primo dovere di tutti e le conseguenze legali saranno semmai nei confronti di chi non lo fa. Questo è il momento di ’fare’ anche in Italia. Serve una legislazione più efficace contro lo spreco, che non preveda solo ammende, ma soprattutto incentivi”.

    Lo spreco alimentare, infatti, è un vero e proprio paradosso dei nostri tempi. Stando alle stime della FAO, mentre il 35% della produzione totale di cibo viene gettato nella spazzatura pur essendo ancora utilizzabile, il che significa perdite economiche per circa un trilione di dollari l’anno, sono ancora 800 milioni le persone che nel mondo non riescono a nutrirsi regolarmente.

    Luca Crosti