Start up fittizie ricevevano fondi pubblici: due arresti

    Finanziamenti pubblici milionari sono stati ottenuti da un certo numero di banche, tutte garantite dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese del Ministero dello sviluppo economico, istituito presso il Mediocredito Centrale. Fondi che dovevano essere destinati alle start-up nel settore del riciclaggio dei rifiuti di plastica e invece sono stati raccolti da scatole vuote, società non operative, guidate da candidati, come una donna ucraina che è badante a Bologna e una non tossicona venezuelana rivenditore.
    Stamattina, i carabinieri della procura della polizia giudiziaria hanno arrestato, per ordine del giudice istruttore Giovanna Campanile, due donne, in un’indagine del procuratore Gaetano Ruta, che conta altri cinque investigatori. Tra questi Patrizia Gianferrari, già condannata a giugno a Reggio Emilia a 6 anni e 8 mesi di carcere per frode nel commercio dell’acciaio, un’indagine in cui è stato condannato a 5 anni e mezzo anche Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito.

    Nell’indagine del procuratore di Milano le due donne e cinque indagati sono accusati di bancarotta fraudolenta, frode e abuso di credito per reati commessi a Milano dal 2013 al 2016. Al centro dell’inchiesta tre società, poi dichiarate fallite, fanno parte di una rete di società costituite in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Veneto, che avrebbero dovuto commercializzare e riciclare i rifiuti di plastica, ma in realtà erano scatole vuote, guidate dai nominativi, utilizzate solo per raccogliere fondi. Le compagnie furono sequestrate, insieme a una villa a Misano Adriatico del valore di un milione e duecentomila euro.

    Le società hanno ottenuto finanziamenti da numerose banche presentando bilanci, piani aziendali, scritture contabili e dichiarazioni dei redditi false. Tutta la documentazione che è stata utilizzata per aumentare il merito di credito da parte delle banche, che ha solo formalmente controllato l’attività commerciale. I crediti sono stati concessi grazie al sostegno pubblico del Fondo di garanzia del Ministero dello sviluppo economico, che sostiene le microimprese, concedendo una garanzia pubblica. L’erogazione del finanziamento, proprio perché garantita dal Fondo in Mediocredito Centrale, è a rischio zero per le banche, che in caso di insolvenza della società sono risarcite da Mediocredito Centrale, il vero danneggiato da frodi.