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Stati Uniti, Pence non applicherà il 25esimo emendamento. Si va verso l’impeachment. Trump in Texas: “Ridicolo”

DONALD TRUMP

Mike Pence non invocherà il 25esimo emendamento per rimuovere Donald Trump dal suo ruolo. “Non è nell’interesse del Paese e creerebbe un un terribile precedente”, ha scritto il vicepresidente in una nota inviata alla speaker della Camera Nancy Pelosi, mentre nell’aula era in corso la discussione che chiedeva a Pence di applicare l’emendamento. La risoluzione, ormai inutile dopo lo “schiaffo” di Pence, è stata approvata con 223 voti favorevoli e 205 contrari.

Il no di Pence, però, spiana la strada alla procedura di impeachment, la seconda nei confronti di Trump, per “istigazione all’insurrezione”. Si riferisce all’assalto al Congresso del 6 gennaio. L’avvio della procedura potrebbe essere votata già entro la fine settimana alla Camera dei rappresentanti, a maggioranza democratica. Se la votazione ha esito positivo, tocca al Senato mettere in scena un vero e proprio processo. Nel ramo “alto” del Congresso, la Costituzione richiede la maggioranza di due/terzi (67 senatori) per condannare e destituire il presidente.

Difficile, però, che al Senato la messa in stato d’accusa possa essere discussa prima dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, che si terrà il 20 gennaio. In questo caso, Trump non verrebbe spodestato, come invocato da Pelosi, ma correrebbe il rischio di essere interdetto dai pubblici uffici. Ovvero escluso per sempre dalla politica americana.

Un’ipotesi, impensabile fino a pochi mesi fa, sempre più possibile. Il Grand Old Party è spaccato. Mitch McConnell, leader dei repubblicani al Senato, sarebbe favorevole all’impeachment. Liz Cheney, influente deputata repubblicana e figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney, ha fatto sapere che voterà con i democratici l’avvio della procedura. “Quello di Trump – ha scritto in una nota – è il più grave tradimento nella nostra storia”.

Trump, comizio in Texas

Mentre al Congresso si discute sul suo futuro, Trump è volato ad Alamo, in Texas, e ha tenuto un comizio, il primo dai fatti di Capitol Hill, per “celebrare” la costruzione del muro al confine con il Messico. “L’impeachment – ha detto Trump, ribaltando il racconto a suo favore – è il proseguimento della più grande caccia alle streghe della storia della politica. È ridicolo, sta causando un pericolo enorme per il nostro Paese e una rabbia enorme”. “Non voglio violenze”.

Trump ha poi respinto ogni responsabilità sugli attacchi al Congresso. Il discorso del 6 gennaio è stato “del tutto appropriato – ha detto ai giornalisti – e se si guarda quello che hanno detto i politici sulle rivolte avvenute in estate, gli scontri di Portland e Seattle, quello era il vero problema”.

Critiche anche nei confronti dei social, come Facebook, Twitter, Parler e YouTube, responsabili di aver sospeso i suoi profili. “Le bigh tech stanno facendo un enorme danno al Paese. Stanno dividendo le persone”.

Mario Bonito