STATO-MAFIA: LICIO GELLI TENTÒ RIENTRO MASSONERIA

Il maestro della loggia massonica P2, Licio Gelli, espulso dalla massoneria, tentò con ogni espediente di rientrare, anche cercando di “avvicinare” il gran maestro Giorgio Di Bernardo. Lo fece attraverso un intermediario, Urbini, poi deceduto, alcuni anni fa, in circostanze poco chiare: fu trovato in strada, decapitato. La proposta non si quantificò in offerte di denaro ma “nella possibilità di entrare in possesso della vera lista dei nomi riservati della P2, che non sono quelli detti. Sono nomi con cui si ottengono le chiavi del potere e la possibilità di ricattare l’intera Italia”. Anche l’interrogatorio del gran maestro Giuliano Di Bernardo entra nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Il verbale dell’interrogatorio, svolto nel dicembre 2013 dai pm Di Matteo e Tartaglia, è uno degli atti depositati oggi nel corso dell’udienza al bunker Ucciardone di Palermo. In quel periodo – nei primi mesi del 1993 – c’erano voci insistenti di infiltrazioni della criminalità organizzata in seno al Grande Oriente d’Italia e Di Bernardo era in contatto con il duca di Kent che, poco dopo, decise di “ritirare” il riconoscimento al Goi. Il Grande scisma avviene ad aprile 1993. In seguito Di Bernardo costituisce un nuovo raggruppamento. Ad agosto ’93, giunge ai Servizi e al ministero dell’Interno una lettera anonima da parte di soggetti di cosa nostra appartenenti ad una ala moderata anti stragista che annuncia che le bombe continueranno ma che loro “stanno operando per cercare di arginare la parte più oltranzista”. Nell’anonimo si fa cenno, inoltre, a “strani movimenti nella massoneria e che loro dicono di avere già ritirato i mafiosi in seno alla massoneria”.