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“Stop al genocidio di persone con Sindrome Down” – I Camion-vela di Pro Vita & Famiglia contro gli aborti selettivi

Per quanto ancora potremo celebrare la Giornata Mondiale dedicata all’inclusione sociale delle persone con Sindrome di Down, visto che stiamo selettivamente eliminando queste persone con i test prenatali e l’aborto eugenetico, impedendo loro di venire alla luce e realizzare la loro umanità?”

‘Stop genocidio persone con Sindrome di Down’, i camion-vela choc di Pro Vita & Famiglia: “Ma dove sono finiti tutti gli altri?”

E’ un quesito a dir poco scioccante, quello che l’Onuls Pro Vita & Famiglia pone in occasione della ‘Giornata Mondiale del 21 marzo’,  facendo circolare per Roma tre grandi camion-vela (nella foto), che mostrano un bimbo con Sindrome di Down che si chiede smarrito: “Ma dove sono finiti tutti gli altri?”

‘Stop genocidio persone con Sindrome di Down’, Pro Vita & Famiglia: “In Islanda il 100% delle gravidanze in cui emerge la Trisomia 21 terminano con la soppressione del figlio”

 Come spiega l’Onlus attraverso un comunicato stilato dalla sua portavoce,Sono troppi i Paesi che promuovono l’aborto selettivo per raggiungere l’osceno obiettivo di diventare ‘Down-Free’. In Islanda il 100% delle gravidanze in cui emerge la Trisomia 21 terminano con la soppressione del figlio. Anche in Italia questa diagnosi significa troppo spesso un’automatica condanna a morte per aborto. Questo genocidio deve avere fine.

‘Stop genocidio persone con Sindrome di Down’, Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia: “Assume That I Can? Sì ma prima fammi nascere”

Dunque, il messaggio inequivocabile: #OgniVitaVale, ha spinto Pro Vita & Famiglia a battersi per una piena inclusione sociale, progetti di vita concreti e integrazione scolastica e lavorativa, chiediamo a istituzioni, associazioni e alla ricerca scientifica di promuovere strumenti e informazioni che aiutino le mamme e i papà a superare le comprensibili paure che porta la notizia di una gravidanza con Trisomia 21, senza essere indotti a scartare loro figlio.

Come tiene infatti a rimarcare l’Onlus: “Vogliamo ribadirlo con forza proprio a 30 anni dalla morte di Jérôme Lejeune, il grande medico genetista che scoprì l’anomalia cromosomica causa della Sindrome di Down, secondo il quale ‘non è commettendo un crimine che si protegge qualcuno, uccidere un bambino è semplicemente omicidio. Non si dà sollievo al dolore di un essere umano uccidendone un altro e quando la medicina perde tale consapevolezza, non è più medicina’.

Assume That I Can? Sì ma prima fammi nascere”, così Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down.

Max

 

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Di
Max Tamanti