Stuprarono a Firenze due studentesse, condannato uno dei due carabinieri

    È dunque giunta, a circa un anno di distanza, la condanna per i due carabinieri che nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 stuprarono a Firenze due studentesse americane dopo averle riaccompagnate a casa con l’auto di servizio. In molti ricorderanno la vicenda che fece scalpore e che, come in molti altri casi, divise gran parte dell’opinione pubblica.
    Il gup del Tribunale di Firenze Fabio Frangini ha inflitto quattro anni e otto mesi di reclusione a Marco Camuffo, 44 anni, ex appuntato scelto dei carabinieri; per Pietro Costa invece, 32 anni, che ha scelto il processo con rito ordinario, il gup ha disposto il rinvio a giudizio.
    “Il mio assistito non ha detto niente ascoltando la sentenza. E’ una sentenza severa, faremo appello” ha annunciato l’avvocato Filippo Viggiano, difensore di Camuffo. Secondo il legale dell’ex appuntato scelto dei carabinieri, “l’unico elemento forte in mano all’accusa è la denuncia fatta dalle ragazze nell’immediatezza, 20 minuti dopo il fatto”, mentre nella discussione “il tasso alcolemico rilevato nelle due studentesse non è stato un argomento molto sviluppato”.
    Soddisfazione per l’esito del procedimento è stata invece espressa dall’avvocatessa Francesca D’Alessandro, che assiste la studentessa americana che denunciò di essere stata violentata da Camuffo. “C’è un’evidenza probatoria – ha sostenuto DAlessandro – che non poteva essere messa da parte dal giudice, è una condanna che ci soddisfa. Quella vicenda ha sconvolto la ragazza. E’ tornata in Italia anche dopo l’incidente probatorio ma non è voluta andare a Firenze e ha preferito essere ospitata da me anziché andare in albergo. Ora la contatto per comunicarle l’esito di questa prima condanna, che lei aspettava”. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, che per Camuffo aveva chiesto una condanna a cinque anni e otto mesi, i due carabinieri avrebbero agito abusando della qualità di carabiniere in servizio e avrebbero violato gli ordini impartiti dai superiori. Entrambe le ragazze salirono, sempre secondo l’accusa, “illegittimamente” a bordo della Fiat Bravo del 112. Le due studentesse risultarono alla rilevazione effettuata alle 6.51 del mattino del 7 settembre in stato di ebbrezza alcolica, con 1.68 grammi di alcol per litro una e 1.59 l’altra. Secondo il capo d’imputazione notificato a conclusione delle indagini, i due carabinieri avrebbero violentato le due ragazze agendo in modo “repentino e inaspettato”.
    I due ex militari hanno ammesso di aver avuto rapporti sessuali con le due ragazze, ma hanno sempre affermato che le studentesse statunitensi fossero consenzienti.
    Versione che oggi, davanti al gup, Camuffo ha ribadito rendendo dichiarazioni spontanee, sottolineando però che non fu lui a decidere di accompagnare le ragazze dalla discoteca alla loro casa di Firenze, ma fu iniziativa del collega Costa. Prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio, gli avvocati Filippo Viggiano e Cristina Menichetti, legali di Camuffo, avevano chiesto l’assoluzione per il loro assistito. I difensori di Costa, Giorgio Carta e Andrea Gallori, avevano risposto alla richiesta di rinvio a giudizio dell’ex carabiniere scelto, chiedendo il proscioglimento.
    Per Costa, rinviato a giudizio, il processo inizierà il 10 maggio 2019 davanti al Tribunale di Firenze. Per entrambi gli ex carabinieri pende ancora il giudizio davanti al Tribunale militare di Roma per i reati compiuti con la divisa dell’Arma.