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“Sul Mes non prevedo problemi, ma con questo decreto sul Recovery si rischia la rottura” avverte Renzi

Se da una parte, attraverso i suoi capigruppo si profila un ‘Sì’ rispetto a quanto il premier Conte si appresta a comunicare in Aula rispetto al Mes, in realtà Matteo Renzi continua ‘abilmente’ a tessere gli ultimi intrecci di una formidabile ragnatel.

Così oggi dopo l’out-out intimato ieri al governo attraverso Davide Faraone, commentando con i media il Recovery Fund, il leader di Italia Viva continua a non escludere che questa vicenda possa rappresentare un serio rischio di rottura con il governo: “Spero proprio di no ma temo di sì – esordisce Renzi da microfoni del Tg2 – perché insistere su una misura che sostituisce il governo con una task force, la seduta del Parlamento con una diretta Facebook e che, addirittura, pretende di sostituire i Servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier, è una follia. Noi abbiamo mandato a casa Salvini per non dargli i pieni poteri, ma non è che i pieni poteri li diamo a Conte”.

Renzi: “Non voteremo un decreto che non aiuta i disoccupati o quanti soffrono”

Ed ancora, spiega il leader di Italia Viva, il decreto “pensa alla moltiplicazione delle poltrone ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi alle persone che soffrono. Se le cose rimangono come sono, noi di Iv voteremo contro. Per noi un’ideale vale più di una poltrona”. In realtà, aggiunge ancora, “Molte cose non funzionano, ma noi vogliamo dare una mano al governo e siamo pronti a fare la nostra parte. Ma non siederemo mai a un tavolo nel quale la torta da 200 miliardi è pensata per i consulenti romani e non per i cittadini italiani”.

Renzi: “Noi non ci stiamo a fare i passacarte, si va in Parlamento dove si discute e decide insieme”

Poi più tardi, intervenendo in collegamento con l’evento ‘Il Mes spacca Italia’, Renzi ha incalzato affermando che “Noi non ci stiamo a fare i passacarte solo perché qualcuno ha paura che sennò succede un problema al governo. Dire di sì all’istituzione di questa struttura è una follia istituzionale. E’ un problema di tutela delle forme democratiche e di regole del gioco. Il mio problema – ha tenuto quindi a rimarcare – non è quello di voler stare a tavola per spartire la torta da 200 miliardi o mettere qualche consulente nelle centinaia di consulenze che vengono immaginate… sarebbe offensivo pensare che ci accontentino dando qualche prebenda. Alla fine della legge di bilancio, a gennaio, si convoca il Parlamento per una sessione ad hoc, si propongono le idee della maggioranza e si ascoltano quelle dell’opposizione. Alla fine, si decide chi spende i soldi e come. Non si può pensare di avere i ministri migliori del mondo e poi contemporaneamente di fare la task force”.

Renzi: “Domani in Aula? Penso non vi sarà alcuna polemica o problematica”

Dunque, ha poi concluso Renzi, ”Si vada in Parlamento, si ascolti la maggioranza e le opposizioni”. In definitiva, sul Mes “Penso non vi sarà alcuna polemica o problematica domani in Aula, nel senso che sia alla Camera sia al Senato ci saranno i voti per sostenere il governo“.

La Bellanova: “Non si possono privatizzare le istituzioni e sostituire le funzioni politiche”

Parole, quelle di Renzi, che in realtà ‘doppiano’ quanto già affermato dalla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova che, ospite de La7, aveva affermato: “Non si può pensare di affidare 209 miliardi ad un gruppo di amici. A chi dice che in questo momento il tema è la contrattazione di un mio eventuale ingresso nella cabina di regia o di visibilità di Italia Viva, rispondo che sono dichiarazioni di miserabili. Non si possono privatizzare le istituzioni, non si può dire che i ministri sono i migliori del mondo e poi sostituire le funzioni politiche”.

Max