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Super Tuesday: oggi si vota in 14 Stati

Oggi è il Super Tuesday, la tappa più importante delle primarie del partito democratico degli Stati Uniti d’America. Sono chiamati alle urne gli elettori di 14 Stati più il territorio delle Samoa Americane. Un evento che mette in palio un terzo dei delegati totali che parteciperanno alla convention democratica di luglio, in cui verrà scelto il candidato che sfiderà il presidente repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre. Dal 1988, data di nascita del super martedì, il candidato che ottiene il maggior numero di delegati in questo evento vince la nomination del partito democratico.

Oggi verranno assegnati 1344 delegati su un totale di 3979. Per ottenere la nomination automatica alla convention estiva un candidato deve ottenere almeno la maggioranza assoluta (1991 delegati). I delegati sono assegnati proporzionalmente al numero della popolazione di uno Stato. Più è popoloso, maggiore è il numero dei delegati che assegna alla convention di luglio.

Gli Stati in cui si vota sono la California e il Texas, che assegnano il maggior numero di delegati, rispettivamente 415 e 228, North Carolina (110), Virginia (99), Massachusetts (91), Minnesota (75), Colorado (67), Tennessee (64), Alabama (52), Oklahoma (37), Arkansas (31), Utah (29), Maine (24), Vermont (16) e Samoa Americane (6).

I candidati

Il front runner del partito è il senatore del Vermont Bernie Sanders, dato in testa nei sondaggi nazionali. Joe Biden, ex vicepresidente di Barack Obama, ha però stravinto le ultime primarie di sabato scorso in South Carolina, staccando Sanders di 30 punti percentuali e rilanciando la sua candidatura, grazie anche all’appoggio della comunità afroamericana.

In California Sanders non dovrebbe avere problemi; è al comando nei sondaggi di RealClearPolitics con il 35% delle preferenze, Biden secondo al 23%. In Texas si prevede un testa a testa serrato. Secondo i sondaggi Biden va forte negli Stati del Sud, come il North Carolina, Tennessee, Alabama, mentre Sanders è dato vincente Minnesota, Colorado, Utah, Maine e ovviamente Vermont, Stato di cui è senatore.

Tra i candidati ancora in corsa ci sono Elizabeth Warren, senatrice del Massachusetts e Michael Bloomberg, ex sindaco di New York. La Warren ha raccolto finora risultati deludenti; aspetterà probabilmente domani per decidere se continuare o meno la sua campagna elettorale. Occhio invece a Michael Bloomberg. L’ex sindaco di New York ha adottato una tattica non convenzionale: ha deciso di non gareggiare nei primi quattro Stati (Iowa, New Hampshire, Nevada e South Carolina) e puntare tutto sul super martedì. Nonostante abbia messo in campo per la campagna elettorale le sue enormi disponibilità finanziarie, nei sondaggi è dietro a Sanders e Biden. Complici forse le deludenti performances negli unici due dibattiti televisivi, a Charleston e Las Vegas, in cui ha partecipato.

I ritirati

Dopo le primarie in South Carolina si sono ritirati Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Tom Steyer. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti era impensabile che uno dei tre candidati riuscisse a ottenere la nomination del partito. L’unico a giovare del loro ritiro è Joe Biden, ormai, insieme a Bloomberg, unico rappresentante dell’ala moderata del partito, sul quale convergeranno molti elettori democratici che guardano con diffidenza il radicalismo di Sanders e Warren.

Mario Bonito