Svezia: confermato il mandato di arresto per Julian Assange – di Stefano Pantano

    Non c’è pace per il fondatore di WikiLeaks Julian Assange. La Svea hovrätt, la Corte di appello di Stoccolma, ha respinto il ricorso presentato dai suoi legali confermando il mandato di cattura per violenza sessuale. Il giornalista australiano è sospettato del presunto stupro di due donne in Svezia, anche se le dirette interessate inizialmente avevano sporto denuncia per ben altro. Assange infatti non avrebbe accettato di sottoporsi al test per l’HIV dopo aver avuto rapporti consenzienti non protetti con le due ragazze. Il rifiuto è considerato reato sessuale nel Paese scandinavo e per questo il caporedattore di WikiLeaks è finito nel mirino della giustizia svedese.

    Julian Assange

    Dopo lo scandalo cablegate del 2010, Assange rischia di essere condannato a oltre trent’anni di reclusione negli Stati Uniti per spionaggio, avendo pubblicato oltre 251 mila documenti diplomatici riservati. Secondo il quarantatreenne australiano, dietro la denuncia presentata dalle due donne ci sarebbe l’ombra del governo americano. Il 19 giugno 2012 l’uomo ha chiesto e ottenuto asilo politico presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Assange non può lasciare la sede diplomatica dello stato sudamericano poiché pende su di lui un provvedimento di estradizione richiesto dalla Svezia e approvato da Scotland Yard. Mettere piede fuori dal consolato ecuadoregno lo porterebbe all’immediato arresto da parte della polizia britannica.

    La Corte di appello di Stoccolma fa sapere che la permanenza di Assange presso l’ambasciata dell’Ecuador non permette di porre fine a questa vicenda. La Svea hovrätt lo invita, inoltre, a presentarsi in qualità di testimone, ben sapendo che una sua uscita dal consolato lo farebbe finire subito in manette. Resta ottimista Per Samuelson, uno dei legali dell’attivista australiano: “Julian è fiducioso che alla fine vincerà – rivela l’avvocato ai media svedesi –. Confida sul fatto che nel lungo periodo arriverà una vittoria legale, perché la legge svedese, quella internazionale ed europea sono dalla sua parte”. Non resta che attendere la prossima mossa delle parti, con l’auspicio che si possa finalmente fare chiarezza su questa intricata vicenda.