Taranto tragedia sul lavoro: due operai precipitati da gru

    Nuova tragedia nel mondo del lavoro stavolta a Taranto, dove due operai di una ditta edile sono precipitati da una gru perdendo la vita. Inutili i tentativi degli operatori sanitari del 118, intervenuti presso la struttura nei pressi di via Galeso, nel rione Tamburi di Taranto. Secondo le prime ricostruzioni, i due non avrebbero indossato nessun tipo di protezione e sarebbero caduti da una piattaforma eretta davanti ad un palazzo e alta circa 10 metri. Si tratta del 32enne Giovanni Palmisano, amministratore della ditta Gioedil di Locorotondo, e di un dipendente, Angelo D’Aversa, di 64 anni.
    Il 64enne è morto sul colpo, il secondo poco dopo. A causare la caduta sarebbe stato il cedimento improvviso del braccio meccanico che reggeva la struttura che avrebbe poi causato il ribaltamento del cestello e il volo sul marciapiede adiacente. Al momento dell’incidente erano privi di documenti, per questo motivo non è stato semplice identificarli dell’immediato e in un primo momento era stata erronamente diffuso la notizia che le vittime fossero padre e figlio. Sempre della cittadina della vicina Valle d’Itria è l’azienda proprietaria della piattaforma a noleggio. Al momento dell’incidente era presente un terzo operaio, non è ancora chiaro se dipendente della stessa ditta, impegnato però a terra. Ha assistito alla scena ed è sotto choc per l’accaduto. Secondo un primo accertamento compiuto dallo Spesal, il servizio dell’Asl che si occupa di sicurezza sul lavoro, i due operai non avrebbero avuto la cintura di sicurezza che serve ad imbragarli alla piattaforma.
    Questa era stata presa a nolo per svolgere la ristrutturazione edile commissionata da privati. Sul posto oltre agli operatori del 118 e dello Spesal, sono presenti gli agenti della Questura di Taranto, della scientifica e della Digos, che stanno ricostruendo la dinamica, mentre la polizia locale ha isolato la zona vicino la quale si sono riversate decine di persone.
    “Siamo stanchi di piangere i nostri morti e di dare le condoglianze alle famiglie di operai la cui unica colpa è il bisogno di lavorare – commenta Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil. Come sempre attenderemo le indagini della magistratura ma, qualora fossero confermate le primi informazioni a nostra disposizione, saremmo di fronte ad un mix di irregolarità spaventose”.
    “Innanzitutto, sembrerebbe che il cestello non fosse stato oggetto di corretta manutenzione e che i due operai fossero privi delle cinture cinture di sicurezza –  spiega  ancora Genovesi  – inoltre, risulterebbero alcune opacità nel rapporto con la Cassa Edile sul fronte della regolarità contributiva. Se tutto ciò rispondesse al vero, sarebbe una ennesima tragica conferma di quella fotografia reale che tante volte abbiamo raccontato e denunciato su una parte del mondo delle costruzioni”.