Tasse giù fino a 15mila euro per autonomi. Stime di Cna e ipotesi Tria sulla manovra

    Per la “Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa”, ci potrebbe essere un risparmio di tasse che potrebbe andare da 800-1.000 euro a quasi 15.000. E’ quello che potrebbero ottenere autonomi e partite Iva con l’ampliamento regime forfettario, secondo le prime simulazioni della Cna degli effetti della flat tax al 15% estesa alle attività con 65.000 euro di ricavi (al 20% fino a 100.000 euro). La nuova flat tax in arrivo con la manovra porterebbe più vantaggi ai professionisti (tra 2.241 e 12.638 euro) e agli edili (tra 2.051 e 14.925 euro) anche se questa ultima categoria ha meno chance di rientrare visti gli alti costi fissi. Tra le categorie che trarrebbero maggior vantaggio, secondo le simulazioni della Cna, ci sarebbero anche rappresentanti e ambulanti (rispettivamente tra i 856 e 9.356 euro di minori tasse e tra 898 e 7.538 euro). Tra le altre categorie già oggi interessate, con redditività del 40%, commercianti all’ingrosso e negozianti, ma anche chi ha una bancarella di street food, arriverebbe al massimo a 2.085 euro di risparmio con 65mila euro di ricavi.
    Si tratta di una verità incontrovertibile. La pressione fiscale, in Italia, è a livelli insopportabili come testimoniano le indagini che periodicamente vengono pubblicate da associazioni degli imprenditori o artigiani, come la Cgia di Mestre o la Confesercenti per citarne solo due tra le più famose. E questa non si ripercuote solo sui commercianti e imprenditori ma su tutta l’opinione pubblica. E, evidentemente, deve pensarla così anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che parlando nel corso del Forum di Bloomberg ha evidenziato come il respiro della prossima Legge di Bilancio 2019 deve essere ben più ampio della semplice introduzione della flat tax per alcune categorie specifiche di contribuenti.
    Secondo il ministro economico Tria ci si deve porre l’obiettivo concreto di ridurre le Tasse alla classe media. L’idea centrale del ministro Tria è che in questi mesi si sono esplorate diverse soluzioni per portare a casa il risultato di un abbassamento generale delle tasse. In origine la Lega guidata da Matteo Salvini puntava proprio su una revisione della tassazione generale. Per poi rendersi conto della concreta impossibilità di una tale soluzione e ripiegare sull’introduzione della flat tax con più aliquote agevolate a favore delle Partite Iva. In epoca più recente lo stesso ministro dell’Economia si era detto favorevole ad un abbassamento graduale delle tasse partendo dalla riduzione di un punto percentuale del primo scaglione Irpef, facendolo passare dall’attuale 23% al 22%. Ma anche questa seconda soluzione non sarebbe percorribile a causa dei vincoli di bilancio imposti dall’Europa. L’idea al centro del ragionamento del ministro Tria rimane quella di un abbassamento graduale ma generalizzato delle tasse su tutta la classe media almeno. Ma per conseguire questo risultato, ha ribadito, è fondamentale che ripartano gli investimenti sia pubblici che privati. Tria ha citato un recente studio della Confartigianato secondo il quale solo gli investimenti pubblici italiani sono fermi al 2% del PIl. E sarebbero di quasi un punto percentuale sotto la media europea. Esattamente allo 0,8%. Tria vorrebbe fare in modo che nell’arco dei 5 anni della legislatura questi tornino almeno a rappresentare il 3% del nostro Pil. Sugli obiettivi per quest’anno il ministro dell’Economia è stato anche molto schietto e concreto. Infatti, anche se ha riconosciuto che la nostra economia sta crescendo più lentamente di quelle degli altri partner europei ha ribadito l’intenzione di tutto il Governo di riuscire quest’anno almeno a colmare il gap di crescita dell’Italia con gli altri Paesi europei che si attesta intorno all’1%. A questo proposito un ruolo fondamentale lo avrà anche la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Infatti, secondo Tria i processi di lavoro degli enti pubblici devono essere accelerati per velocizzare la crescita economica e aumentare gli investimenti e le partnership pubblico – privato. Ovviamente, ribadisce il ministro, tutto questo va fatto senza abbassare la guardia nella lotta contro il debito pubblico.