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    Tempo di tassa sui rifiuti e di cartelle esattoriali spedite in ritardo per incassare le multe

    Ama

    Il telefono dell’Ama (azienda municipalizzata ambiente) è incandescente. Circa un milione di romani chiede spiegazioni, quindi segnala la presenza di discariche per le strade capitoline, cassonetti stracolmi e roditori che frugano tra i rifiuti. Ormai all’Ama hanno deciso di non dare più spiegazioni per telefono: la palla è stata passata al centralino del Comune di Roma. Qualche cittadino pignolo c’è sempre.

    E’ il caso del signor Enzo, pensionato dello Stato, già funzionario ministeriale. “Mi sono recato di buon’ora a via Capo d’Africa, alle spalle del Colosseo – afferma Enzo con voce perentoria – mi sono presentato e qualificato. Mi hanno celermente fatto parlare con un dirigente, è stato cortese ma ha pure affermato che per i rifiuti si può fare davvero poco, che l’Ama è in crisi ed il Comune ha pochi soldi, e ha ripianato debiti per centinai di milioni d’euro. Ho subito ribattuto che noi cittadini – Enzo va al sodo – paghiamo la tassa per i rifiuti.

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    Di rimando il dirigente ha sottolineato che si tratta appunto d’una tassa, al pari di Tasi e Imu: quindi la tassa per i rifiuti va corrisposta indipendentemente che avvenga o meno la raccolta e la pulizia delle strade. Di fatto la tassa va a ripianamento di bilancio, ed il compito dell’Ama (sarebbe meglio parlare di missione) viene assolto solo quando preventivamente avanzano risorse in cassa: stesso discorso per bus e metropolitane”. La tassa sui rifiuti è infatti indipendente dal numero dei residenti in un appartamento, si basa principalmente sulla metratura dell’immobile.

    A Roma sarebbero quasi estinti coloro che non pagano la tassa sui rifiuti. Ma sia il fabbisogno aziendale che quello comunale non conoscerebbero fondo. Così la revisione delle cartelle della tassa sull’immondizie sarebbe al vaglio dell’amministrazione romana.

    I romani dal canto loro non possono certo non pagare. Ed in molti accusano l’Ama di spedire volutamente in ritardo la cartella dei rifiuti. Uno stratagemma che permette all’Ama di riscuotere coattivamente milioni d’euro. Perché qualora il cittadino paghi in ritardo la cartella dei rifiuti, perché ricevuta via posta dopo la scadenza, comunque sarebbe tenuto a corrispondere alla municipalizzata la mora più gli interessi giornalieri per ritardato pagamento: il cittadino il più delle volte paga la tassa senza calcolare i giorni oltre la scadenza.

    Ne consegue che l’Ama dia mandato ai legali di recuperare ogni somma: il contenzioso si sposta così verso l’ex Equitalia, oggi Agenzia delle entrate. Naturalmente non mancano i dirigenti comunali pronti a giustificare l’alta tassa dei rifiuti come un regalo che l’Ama fa ai cittadini: e perché, a parere della dirigenza comunale di Roma, la raccolta dovrebbe in proporzione costare circa dieci volte più che a Milano o a Bologna.

    Ed i tecnici capitolini giustificherebbero ogni onerosissimo aumento della tassa come conseguenza d’un territorio (quello di Roma) orograficamente impegnativo, esteso più di Parigi e con costi effettivi di raccolta superiori ad ogni città europea. La tassa sui rifiuti continua ad essere un vero e proprio gioco d’azzardo tra comune e cittadini: il primo sempre pronto a rilanciare, mentre il secondo costretto a coprire, a pagare.

    Molti obietteranno che, in Germania coprono i costi della raccolta vendendo alle industrie metalli e plastiche della “differenziata”. All’Ama ridono, affermando che questa filiera sarà praticabile in Italia dopo il 2030. Intanto la gente chiede chiarezza, esclamando “la Raggi ci dica almeno che per i rifiuti non si può fare nulla”.