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    Tik Tok, governo monitora il dossier. Butti: “Problema sicurezza, portare tema in sede Ue”

    (Adnkronos) – Il governo italiano monitora il dossier relativo al social network cinese Tik Tok, con tutte le implicazioni legate ai rischi per la sicurezza nazionale, e non esclude di portare la questione anche in “sede europea” dopo aver approfondito il caso sul piano interno. “Il tema è delicatissimo e richiede valutazioni trasversali”, ammette all’Adnkronos Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica ed esponente di Fratelli d’Italia, che puntualizza: “Rispondo esclusivamente sulla base delle competenze del Dipartimento che dirigo. Infatti non sfugge a nessuno che la materia coinvolge più ministeri e organismi, sarà poi il presidente del Consiglio a fare una sintesi”. “Il tema è estremamente importante e richiede approfondimenti e valutazioni trasversali: forse sarebbe il caso, concluso l’eventuale approfondimento ‘nazionale’, portare la questione in sede europea. Possibilmente con qualche proposta risolutiva. Ma ripeto, la questione è delicatissima e l’approccio deve essere ‘olistico’”, sottolinea il senatore di Fdi. 

    Sin dal suo sbarco in Occidente, sulla popolare app cinese molto amata dai giovani – che consente ai suoi utenti di creare brevi clip di durata variabile – si sono addensati dubbi e sospetti: il Garante per la Privacy ne ha denunciato la pericolosità invocando la creazione di una task force europea; per il collettivo Anonymous dietro la app si celerebbe addirittura un programma informatico controllato dal governo di Pechino per effettuare uno spionaggio di massa. E ora in Italia su Tik Tok – come rivelato da ‘La Repubblica’ – si sono accesi anche i riflettori del Copasir: “Il Comitato ha chiesto agli uffici competenti alcune valutazioni. Attendiamo”, spiega Butti.  

    Se da un lato la politica nostrana si è lasciata ammaliare dallo sfavillante mondo di Tik Tok (nell’ultima campagna elettorale quasi tutti i leader hanno aperto un loro profilo sulla app: celebre il video ‘Tik Tok Tak’ di Silvio Berlusconi), dall’altro c’è una diffusa consapevolezza dei rischi connessi al suo utilizzo. Tant’è vero che lo scorso 4 gennaio la deputata di Forza Italia Deborah Bergamini ha presentato alla Camera una interrogazione alla premier Giorgia Meloni per chiedere al governo di valutare, “laddove si rendano necessarie”, misure per limitare l’uso di Tik Tok sul territorio italiano, “con particolare riguardo al suo impiego sui dispositivi in dotazione ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni” con l’obiettivo di “salvaguardare la sicurezza nazionale”. 

    La richiesta, si legge nel testo dell’interrogazione, arriva dopo che il Senato degli Stati Uniti si è convinto “ad approvare all’unanimità” un disegno di legge “che prevede di proibire ai dipendenti federali di scaricare o usare l’applicazione Tik Tok su apparecchiature governative” sulla scia di quanto già avvenuto in sette Stati americani: Alabama, Maryland, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Utah e Texas. Un altro Stato, il Nebraska, aveva già bandito la app cinese dai dispositivi in uso ai dipendenti statali nel 2020. “Il provvedimento per essere attuato deve ora passare dall’approvazione del Congresso ed essere firmato dal Presidente Biden”, si legge ancora. 

    “La questione del ban americano su Tik Tok è ancora in fase embrionale. A noi risulta che alcuni Stati stiano premendo in questa direzione, ma il dibattito politico e parlamentare è ancora in corso”, spiega all’Adnkronos il sottosegretario Butti, che predica prudenza sul tema. “E’ del tutto evidente la delicatezza del caso – prosegue – per il coinvolgimento delle questioni geopolitiche e commerciali. Qui la vicenda mi sembra inedita e quindi molto delicata, perché non è in discussione la questione ‘tecnologica’ ma quella relativa all’uso dei dati, con ciò che ne consegue”.  

    Il problema però non riguarderebbe il solo social network cinese lanciato nel settembre 2016: “Una app come Tik Tok – osserva il sottosegretario in quota Fdi – può permettere a chi la controlla (quindi al governo cinese) di intercettare comunicazioni, oppure l’attivazione audio e di telecamera da remoto se la app resta accesa in background. Problema che non è esclusivo di Tik Tok, come tutti sappiamo, nel senso che il problema si pone con qualsiasi altra app. Quindi per mettere al sicuro certi devices (governativi, pubblici, sensibili, etc.) non basta bannare Tik Tok dagli stessi”. 

    (di Antonio Atte)