Trattate peggio degli animali, in India abusi sulle donne con disabilità psicosociali e intellettuali – di Alessandra Benassi

    547eb9f70c025India- E’ stato pubblicato un nuovo rapporto di Human Rights Watch, un organizzazione non governativa internazionale che si occupa di diritti umani, un elaborato sulle condizioni delle donne con disturbi psicosociali e intellettivi in India, uno studio di 106 pagine intitolato ’Treated Worse than Animals (Trattate peggio degli animali). 

    Human Rights Watch tra dicembre 2012 e novembre 2014 ha visitato 24 ospedali psichiatrici e statali, strutture di assistenza residenziale e intervistato e raccolto 200 testimonianze nelle città di Delhi, Mumbai, Pune, Kolkata, Bangalore e Mysore in cui donne e ragazze sono abbandonate dalle famiglie o dalla polizia e una volta rinchiuse vivono in totale isolamento, sottoposte a violenze fisiche , sessuali e psicologiche, a internamento coatto e a subire trattamenti terapeutici disumani come l’elettroshock senza la possibilità di far valere i loro diritti.

    Lo studio ha mostrato come le istituzioni totali, in cui sono costrette a vivere, sono in condizioni fatiscenti  a causa del sovraffollamento e della mancanza di igiene. E’ emerso che la mentalità prevalente in India è che le persone con disabilità, in particolare le donne e sopratutto con disabilità intellettiva o psicosociale, sono incapaci, deboli, e non hanno la capacità di prendere decisioni significative della loro vita. Vengono portate in questi istituti per volontà di un loro famigliare come nel caso di Deepali una donna di 46 anni, madre di quattro figli che ha detto a Human Rights Watch durante un intervista che la sua famiglia l’ha portata li contro la sua volontà nel 2012, dopo aver litigato con il marito e nonostante la sua cartella clinica e una lettera del suo psichiatra curante affermasse che non aveva il disturbo bipolare e non avesse bisogno di farmaci o di ospedalizzazione è stata internata. Questo è reso possibile perché il Mental Health Act permette ad un membro della famiglia o a un tutore di portare un parente in un istituto senza il loro consenso, potere decisionale che viene permesso anche alle forze di polizia nel caso in cui trovassero donne vagare per la città e avessero il sospetto che queste possano essere incapaci di prendersi cura di se stesse.

    Una volta entrate nell’istituto non sono libere di andarsene di propria spontanea volontà non hanno voce in capitolo su ciò che gli accade, sono totalmente alienate , non hanno potere su se stesse. Tutto questo sembra esplicitamente violare la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), che garantisce capacità giuridica a tutte le persone con disabilità, in quanto pari e non inferiori a qualsiasi altro essere vivente.

    Gli viene negato anche il sapone e le scarse condizioni igieniche che portano alla formazione di pidocchi tra i loro capelli è un altro passo verso un ulteriore umiliazione la rasatura forzata, cosa ci si può aspettare da un tale degrado? Fatte tali premesse non viene da stupirsi leggendo che sono costrette a  lavarsi i denti con dentifricio in polvere utilizzando le dita. 

    Il personale non è ben formato e contribuisce quotidianamente alla loro umiliazione utilizzando vocaboli come ‘’pagal’’ che significa pazza o ritardata mentale. Utilizzano la minaccia per adempiere al loro ruolo ‘’ ’se non si prendono il farmaco, le portiamo alla sala ECT’ e subito dicono, ’per favore non mi portare in quella stanza, non voglio farlo di nuovo.’ questa è la confessione di un infermiere che appunto utilizza la sala dell’elettroshock per somministrare un medicinale ad una paziente.

    Dall’inchiesta risultavano casi di violenza fisica, psicologica  e verbale quotidiani, ma per quanto riguarda la violenza sessuale il dato rimane nascosto in quanto le vittime ne parlano con meno facilità. Un assistente sociale presso un istituto di assistenza residenziale per le donne ha detto a HRW: ‘’Le donne sono andate in ospedale per tre mesi e sono tornate un mese dopo incinte. E ’successo in molti casi, ma quando la donna non può dire chi è incinta, cosa possiamo fare? Abbiamo scoperto questo perché le donne subiscono un check-up obbligatorio in qui fanno un esame dell’urina e di gravidanza, quando sono nuovamente ammesse nella struttura di assistenza’.

    Il 25 novembre è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e’ un tema così delicato, costante che segue passo dopo passo il cammino della storia della nostra civiltà, non ci abbandona mai e nonostante le lotte per l’emancipazione e gli innumerevoli diritti che nel corso del tempo le donne hanno conquistato, ancora oggi ci sono angoli di mondo in cui non si è abbastanza degne per essere trattate come esseri umani.

    Sembra che per avere rispetto bisogna rispondere ad una lista di prerequisiti, viene da chiedersi dove e cosa voglia realmente dire la parola eguaglianza.