’TRAVEL BAN’ – TRUMP RAGGIANTE: LA CORTE APPROVA IL BANDO CONTRO I CITTADINI MUSULMANI. INGRESSO SBARRATO NEGLI STATES PER CHI PROVIENE DA LIBIA, IRAN, SOMALIA, SUDAN, SIRIA E YEMEN

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    Una volta tanto, dopo settimane di ’attacchi mediatici’, Donald Trump ’gongola’. Accade infatti che la Corte Suprema degli Stati Uniti, ha approvato la ’reintroduzione’ – in una versione ridotta, dopo lunghi mesi d’impasse seguiti alle perplessità dei giudici federali – dell’ordine esecutivo (il cosiddetto ’travel ban’), con cui la Casa Bianca ha tentato di impedire ai cittadini di sei paesi musulmani, l’ingresso nel Paese. Nel motivare la sentenza, la Corte sottolinea che preservare la sicurezza nazionale è “un obiettivo urgente” e dunque, imporre il divieto di ingresso a chi non possa dimostrare legami all’interno degli States, “non impone nessuna avversità legalmente rilevanti al cittadino straniero”. Motivazione che, a dire il vero, i giudici conservatori Clarence Thomas e Samuel Aliton, insieme a giudice nominato da Trump (Neil Gorush, confermato dal Senato dopo che i repubblicani hanno ’spinto’, cambiando le procedure di voto), hanno addirittura considerato ’fin troppo moderata’ in quanto, avrebbe volentieri revocare del tutto il blocco imposto al bando. La Corte ha così accettato che il divieto venga imposto ai cittadini di Libia, Iran, Somalia, Sudan, Siria e Yemen, a meno che non possano “rivendicare in modo credibile una relazione di fiducia con una persona o un’organizzazione negli Stati Uniti”. Le nuove misure potranno entrare in vigore entro 72 ore ed avrà valore dai 3 mesi. Inoltre, la Corte ha accettato di ascoltare gli argomenti sulla legalità dell’intero bando il prossimo autunno, in particolare, a partire dal primo lunedì di ottobre, consentendo quindi a parti del divieto di essere comunque in vigore per l’intera estate. Il travel ban ha avuto ragione da due differenti corti d’appello, sebbene per motivazioni differenti: mentre una ha di fato bloccato la misura, sostenendo che discrimina i musulmani, l’altra aveva invece affermato che viola l’applicazione della legge sull’immigrazione. Inevitabilmente sono atteste nelle strade del Psaes manifestazioni e cortei di dissenso.
    M.