Tria: deficit in manovra un errore

    Raffica di dichiarazioni da parte del ministro dell’Economia Giovanni Tria, che si espone su Draghi e su errori potenziali del governo, in particolare in merito a quello che per lui è il più grosso: il deficit in manovra.

    Tria: deficit in manovra un errore. Il ministro a tutto tondo tra passato e futuro

    In una recente intervista, il ministro Tria è stato piuttosto esplicito su alcuni dei temi caldi che riguardano lui, il suo ministero e il futuro economico del paese e, di conseguenza, del governo. Chiarezza su legge di Bilancio e sull’aumento dell’Iva tramite impennate di deficit. E su di sé, rivelazioni molto utili per qualificarlo: non ha mai avuto tessere di partito e, dice, “da giovane ero maoista, di estrema sinistra, poi di idee liberali”. Trasformazioni concettuali e operative che hanno accompagnato la crescita dell’uomo, per Tria. Come tutti del resto. Una lunga chiacchierata quella del ministro con il Fatto Quotidiano, nel corso di cui non ha solo snocciolato le sue idee circa la modalità più corretta a suo dire per la gestione delle finanze pubbliche italiane ma ha anche mostrato la fermezza di risposte alle critiche sul suo operato. Il tutto con chiarezza espositiva palese. Tria esclude che si riesca ad evitare un aumento dell’Iva facendo impennare il deficit. “Il bilancio dello Stato è di circa 800 miliardi di euro. Queste sono le risorse e la politica deve decidere come usarle. Ridurre le tasse, tagliare la spesa e ritoccare l’Iva? Qualcosa va fatto. Non è possibile abbassare le tasse, far crescere la spesa e tenere l’Iva ferma. In passato l’hanno fatto e adesso ne facciamo i conti”. E poi, la confessione. “L’errore più grosso? Il deficit in manovra” E circa le parole di Salvini per il quale se i sovranisti vinceranno le Europee nessuno a Bruxelles chiederà i 23 miliardi di aumento dell’Iva, Tria replica così: “Il problema non sono i burocrati di Bruxelles, ma è il mercato che possiede il nostro debito”. Ecco perchè per lui “l’errore più grosso è stato fatto quando in Consiglio dei ministri si è deciso il deficit in manovra. Potevo resistere di più e convincere i colleghi”.