Trump: Probabile che Putin sia coinvolto con omicidi e avvelenamenti

    Parole molto, ma davvero molto pesanti e in qualche modo decisive quelle che il presidente degli Stati Uniti d’America ha rivolto nei confronti del leader assoluto della politica russa, Vladimir Putin. I due più potenti leader dei due più potenti paesi al mondo, come da tradizione storica, dunque, tornano a beccarsi e ad alzare l’asticella delle tensione e di una lunga e ormai classica querelle che sembra non aver mai fine: e lo fanno attraverso il ritorno sulla questione ormai annosa degli avvelenamenti e degli omicidi e, nello specifico, attraverso le parole che Donald Trump ha rivolto al suo ‘collega’ Putin.
    Il presidente Usa Donald Trump dunque non ha mancato occasione per poter scagliare una delle sue frecce dialettiche (con tutto ciò che questo poi comporta in termini di conseguenze di politica internazionale, ovviamente) nei confronti del leader della Russia. In una ha intervista andata in onda domenica 14 ottobre alla CBS, noto network stelle e strisce, Trump ha dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin “è probabilmente coinvolto in omicidi e avvelenamenti”.
    Una vera e propria bomba in termini di dichiarazione. Ma che, ad ogni buon conto, sembra aver subito dato il passo ad una piccola retromarcia o, quantomeno, un rallentamento. In una sorta di gioco del ‘dire-non-dire’, infatti Trump ha subito dopo chiarito che ha da parte sua ancora fiducia in Putin. “Probabilmente è stato coinvolto in questi fatti – ha specificato infatti Trump – però ho fiducia, e comunque nulla di tutto ciò è avvenuto nel nostro paese”.
    Una netta distinzione, dunque, a ben vedere. Niente sul suolo americano, niente di rilevante? Non è esattamente così che funziona la politica internazionale americana, certo: ma, quantomeno, sembra esserlo quando si tratta di Russia. E’ storico che gli equilibri friabili tra le due super potenze hanno subito alti e bassi continui in questa lunga fase storica e che, dall’avvento di Trump, ci sia stato una sorta di costante giro sull’ottovolante delle ‘emotività’ della dialettica. Spesso ciò che avviene negli uffici decisionali è differente da ciò che viene detto, ma Trump ha continuato a chiarire che in realtà “penso di essere stato molto duro con lui”, in riferimento al meeting che ha avuto con Putin e nel corso del quale il magnate americano ha rifiutato di riconoscere che la Russia ha interferito nelle elezioni presidenziali del 2016. “È stato un incontro molto difficile e molto bello”, ha proseguito Trump sempre nel corso del colloquio con la CBS.
    Non è stato, questo, ovviamente il solo tema che Trump ha affrontato. Un altro è stato quello delle relazioni con la Corea del Nord e la Cina.
    “Penso, francamente, che la Cina sia un problema più grande rispetto alla Russia”, ha specificato il premier. Invece, sulla Corea, Trump ha affermato di sapere delle violazioni dei diritti umani da parte di Kim, ma che gli sforzi diplomatici hanno limitato le minacce agli Stati Uniti. Dal punto di vista delle relazioni con le autorità cinesi, invece, il Presidente degli Stati Uniti ha ammesso che ci sarebbe spazio per nuovi dazi verso la Cina. “Non sto cercando di spingere la Cina verso una crisi economica – ha detto – ma Xi Jinping, con il quale ho un buon rapporto, deve capire che le relazioni commerciali tra i nostri due stati devono essere più equilibrate. Non si poteva proseguire nella situazione precedente”.