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Ue, Italia viola regole debito: via a procedura di infrazione

Per l’Europa la procedura di infrazione è giustificata e rappresenta la strada più imminente e necessaria al momento per l’Italia. Che, secondo quanto è dunque emerso, starebbe violando le regole del debito. Questo, come si evince, significa una cosa soltanto: il via alla procedura di infrazione.

La tanto temuta procedura di infrazione. Non c’erano molti dubbi circa gli esiti della ormai nota questione. La Commissione Ue indica la procedura contro l’Italia. E Dombrovskis lancia l’allarme: “Dal governo danni all’economia”. Nello stesso tempo, parla Conte, parlando di massimi sforzi per ‘evitarla’ e, dal Fondo monetario pare un messaggio di allarme che suona come una scure: “Il Debito italiano tra i maggiori rischi per l’Eurozona“.

Conti Italia. Da Bruxelles tuonano: “Sforati tutti i parametri”

Da Bruxelles i toni non sono certo entusiastici verso l’Italia e la sua situazione contabile. “Sforati tutti i parametri”, dicono in sintesi. La Commissione europea ha dato il via alla procedura di infrazione contro l’Italia, come previsto del resto. Il vincolo del debito “non è stato rispettato” nel 2018, nel 2019 e non lo sarà nel 2020, e quindi in tal senso la procedura di infrazione viene considerata “giustificata”.

Aggiornamento ore 12.27

Dunque per l’Italia si apre lo scenario della procedura per debito eccessivo. I vertici Ue hanno preso una decisione netta circa la posizione del debito italiano. Per Bruxelles il rallentamento economico “spiega solo in parte l’ampio gap” per ciò che riguarda la necessità di far rispettare da tutti la classica regola, e la “retromarcia” governativa relativa ad alcuni interventi pro-crescita del passato, come quella delle pensioni, e il deficit proiettato oltre il 3% nel 2020, sono, semmai “fattori aggravanti”.

Questo è l’esito del lavoro di indagine europea e, il giudizio del governo di Bruxelles è piuttosto duro e inevitabilmente deleterio per l’Italia e il suo governo.

Stando alle parole del vice presidente della Commissione Valdi Dombrovskis il governo italiano guidato da Giuseppe Conte ha generato “danni” all’economia con dei provvedimenti presi nell’ultimo anno. La scelta della Commissione di chiedere all’Italia chiarimenti per la violazione della regola del debito, “va ben al di là della procedura. Quando guardiamo all’economia italiano vediamo i danni che stanno facendo le recenti scelte politiche”.

Aggiornamento ore 13,18

Arrivano ulteriori dichiarazioni da parte di Dombrovskis circa l’esito delle indagini Ue sui conti italiani, da cui sono derivati gli obblighi della procedura di infrazione.

“Il debito italiano resta una grande fonte di vulnerabilità per l’economia e le nuove misure e il trend demografico avverso capovolgono in parte gli effetti positivi delle riforme pensionistiche del passato e indeboliscono la sostenibilità a lungo termine” delle finanze, danneggiata anche dall’ “aumento dei tassi d’interesse dei titoli di Stato osservato nel 2018 e 2019″: in questi termini si evince dal rapporto come la situazione italiana sia considerata a dir poco critica.

La Commissione considera deleterie le misure eccezionali italiane. Secondo le analisi Ue, nei conti italiani 2018 e 2019 – sussiste una “deviazione significativa” dagli impegni con l’Europa che “non cambierebbe se l’impatto di bilancio del programma straordinario di manutenzione delle strade (0,18% del Pil) seguito al crollo del ponte Morandi e il piano per limitare i rischi idrogeologici dovuti al maltempo venisse considerato tra gli ‘eventi eccezionali'”.

E ancora: “Alla luce dei dati notificati nel 2018 si conferma che l’Italia non ha fatto sufficienti i progressi per rispettare i criteri del debito nel 2018″: questo nella lettera inviata da Bruxelles al governo italiano la settimana scorsa. “Via tasse dal lavoro e combattere evasione”

“Usare le entrate inattese per abbattere il debito, spostare la tassazione dal lavoro ,combattere l’evasione, specialmente l’omessa fatturazione, rafforzando l’uso di pagamenti elettronici, e abbassando la soglia per i pagamenti in cash. Attuare pienamente le passate riforme delle pensioni per ridurre il peso di quelle di vecchiaia sulla spesa pubblica e creando spazio per altre spese sociali pro-crescita”. Queste, in parte, le richieste della Ue all’Italia.

Aggiornamento ore 14,23