Home SPETTACOLI MUSICA Ultimo di nome, primo di fatto

Ultimo di nome, primo di fatto

“L’Olimpico è la soddisfazione più grande. Ho sempre puntato sui live, per me è la parte più bella della musica e anche quella più importante. Io vivo per i concerti e essere qui all’Olimpico, nello stadio di casa mia, vale il triplo”.

Non sta più nella pelle questo 23enne romano, che in pochi anni grazie a un’innata sensibilità compositiva, è assurto alle vette della discografia italiana. Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, a dispetto della sua giovanissima età, così ieri, a qualche ora prima di affrontare lo stadio capitolino, per altro già sold-out da 4 mesi.
‘Umiliato’ dal recente Festival di Sanremo dove, dato come vincente, è stato poi ‘scalato’ al secondo posto, incassata la delusione il semplice ‘pischello’ di San Basilio fatica ancora a capacitarsi di questo grandissimo successo che lo insegue: “Non dormo da tre giorni, non mi era mai capitato prima – confida – Vivo molto la tensione e la responsabilità di un pubblico così grande. L’8 luglio 2017 feci un concerto all’ex Mattatoio di Testaccio davanti a 10 persone, oggi ci sono 64.000 persone all’Olimpico. Non lo so nemmeno io come è successo. Io ho fatto uscire i miei pezzi ed è successo quello che è successo. Non avrei mai pensato di arrivare qui dopo tre album”
Tre album puntualmente entrati subito ai primi posti delle classifiche, anche se lui timidamente minimizza: “E’ merito dei live”. ed aggiunge: “Sto bruciando le tappe, mentirei se non lo dicessi. Ma questo non è necessariamente sbagliato. Se nessuno facesse mai il passo più lungo della gamba non verrebbe mai fuori qualcosa di sorprendente”.

Ultimo, uno show ricco di sorprese

Ed ora uno show in giro negli stadi italiani, con un ingresso in scena degno di una star: letteralmente ‘sparato’ sul palco tipo Michael Jackson. Con 34 brani in scaletta che riassumo un po’ il meglio della produzione,a rendere unica questa performance romana, la presenza sul palco di due amici speciali per lui: “Con Antonello rimango sempre un passo indietro per rispetto – dice parlando di Venditti – ma mi è stato molto vicino come un vero amico. E Fabrizio – ovviamente Moro – lo considero davvero un fratello”.
Con l’amico Fabrizio Ultimo ha cantato ‘L’eternità (il mio quartiere)’ e ‘Portami via’ (che il 23enne tiene a precisare essere “la mia canzone preferita tra quelle di Fabrizio”). Poi ecco Antonello per ‘Roma Capoccia’ e ‘Notte prima degli esami’ all’unisono con il coro dell’intero Olimpico.
Quindi ‘Pianeti’, ‘Peter Pan’, ‘Colpa delle favole’, ‘Aperitivo Grezzo’, ‘Cascare nei tuoi occhi’, ‘Piccola stella’, ‘Il ballo delle incertezze’, ‘Ti dedico il silenzio’, ‘Ipocondria’, ‘Fateme cantà’, ‘Poesia per Roma’, brano presentato: “Ho scritto questa canzone-poesia su Roma a Capodanno,mentre ero in vacanza su una spiaggia esotica. Ero su un lettino al mare e quando ho finito di scrivere ho visto che davanti a me sulla spiaggia c’era una bandierina giallo-rossa. Un segno del destino”, dice tradendo la sua fede giallorossa.
Ed ancora, il momento ‘acustico’ dove, prima seduto al pianoforte a coda, e poi con la chitarra, canta ‘La stella più fragile dell’universo’, ‘Giusy’, ‘Farfalla bianca’ ed un medley (‘Buon viaggio’, ‘Racconterò di te’ e ‘Vorrei soltanto amarti’). Si riprende e si chiude con ‘Forse dormirai’ e ‘Fermo’, ‘La stazione dei ricordi’ e ‘Sogni appesi’.

“Questo concerto lo dedico a James Honiro, che è stato il mio primo discografico e lo è ancora – tiene a sottolineare – a Jacopo e a Clemente Zard, che è stato il primo a propormi i concerti. Perché nella vita vale molto di più chi ti porta da zero a due, di chi porta da tre a cento”.

Ultimo: ‘non ci sarà un altro Sanremo’

Dopo il concerto lo attende la vita di sempre, perché ci tiene a restare quello di sempre, ed anche i suoi amici sono sempre gli stessi: “Ora vado a festeggiare con i miei amici di sempre. Da domani vado un po’ in vacanza e l’estate prossima farò un tour negli Stadi”. Attenzione però, tiene ad avvertire, “non ci sarà un album né un nuovo Sanremo. Il mio obiettivo è un tour l’anno. Ma, mica tutti gli anni negli stadi – specifica – Mi piacerebbe anche fare un tour nei teatri, per esempio”.
Max