UNA PROPOSTA DI LEGGE AVANZATA DALLA DEPUTATA DI FI ELVIRA SAVINO VIETA AI GENITORI DI IMPORRE LA DIETA VEGANA AI FIGLI MINORI. RISCHIANO FINO A 1 ANNO DI CARCERE

Solo un mese fa – e non è l’unico caso – un bimbo piccolissimo era stato ricoverato in gravi condizione derivanti dall’approssimazione della sua dieta alimentare, salvo scoprire poi che i genitori, vegani, avevano imposto al figlioletto il loro stile di vita alimentare. Questo non vuol certo significare che vegano equivalga a chissà quale sciagura ma, nei minori, tali regimi alimentari possono comportare gravi carenze vitaminiche (vedi la B12). Ora la situazione sta assumendo toni molto più seri, finendo addirittura fra i temi dei dibattiti parlamentari. In particolare, la deputata di FI Elvira Savino – supportata dalle associazioni dei pediatri –  ha avanzato una proposta di legge ‘volta a tutelare’ la salute dei più piccoli, vietando ai genitori vegani di imporre loro la loro dieta.  “Ormai da anni e, in modo particolare, nell’ultimo decennio – si legge nella premessa stilata dalla Savino – si è andata diffondendo in Italia la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefìci alla salute dell’individuo. Nulla v’è da obiettare – prosegue la Savino – se chi sceglie questo stile alimentare è un adulto, consapevole e capace di auto determinarsi comprendendo le conseguenze delle proprie azioni e assumendone la responsabilità. Il problema sorge, tuttavia, quando a essere coinvolti sono i minori. Molte volte infatti – afferma la deputata di FI – soprattutto ai figli di genitori che seguono diete vegane o vegetariane, viene imposta a minori un’alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati”. Per adolescenti e bambini, precisa Savino, l’alimentazione vegana o vegetariana, “è carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega-3”, tutte necessarie per un corretto sviluppo. Del resto, spiega la Costituzione stessa,  è imposto ai genitori di mantenere i figli e di tutelarne la salute. Pertanto, partendo proprio dal dettato costituzionale, la pdl ha il fine di “stigmatizzare definitivamente le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori, o da chi ne eserciti le funzioni, a danno dei minori di età”. Si introduce pertanto una “disposizione penale speciale” con la modifica dell’articolo 572 del codice penale che punisce con la reclusione fino a un anno chiunque “impone o adotta nei confronti di un minore degli anni sedici, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore stesso”. Ma se dal fatto “deriva al minore una malattia o una lesione personale permanente, la pena è della reclusione da due anni e sei mesi a quattro anni” e se infine ne consegue la morte “la pena è della reclusione da quattro a sei anni”. Le pene vengono aumentate di dodici mesi qualora le condotte ivi sanzionate siano adottate nei confronti di minori di anni tre.

M.