USA, È MORTA BRITTANY MAYNARD



La 29enne Brittany Maynard aveva annunciato la sua volontà di togliersi la vita dopo aver scoperto di avere un cancro in fase terminale al cervello. Aveva dichiarato le sue intenzioni tramite un video su youtube che è stato visualizzato da più di 9 milioni di persone e pochi giorni fa, sabato 1 novembre, dopo aver assunto i farmaci letali prescritti dal suo medico, è morta con serenità nella sua casa di Portland circondata dal marito Dan Diaz, dalla madre Debbie Ziegler e dal padrino Gary Holmes.  A dare la notizia della sua morte è stato Sean Crowley, un portavoce dell’associazione “Compassione e Scelta” che lotta per il diritto all’eutanasia. “Brittany è morta, ma il suo amore per la vita e la natura, la sua passione e il suo spirito contnuano a vivere” ha dichiarato Barbara Lee Coombs, presidente dell’organizzazione che ha sostenuto Brittany.“Non sono una suicida – aveva spiegato Brittany – e se lo fossi stata l’avrei già fatto, ma sto morendo e voglio farlo. Il mio tumore è così grande che servirebbero delle potenti radiazioni al cervello solo per rallentarne l’avanzata ma con effetti collaterali spaventosi, tra cui le ustioni. Con la mia famiglia abbiamo ragionato e verificato che non esiste un trattamento. Le cure palliative inoltre non riducono comunque il dolore devastante e la possibilità che possa perdere a breve le capacità cognitiva e di movimento, ho deciso quindi per una morte dignitosa”. Sono queste le ragioni che l’hanno portata a questa dura scelta. Dalla scoperta della diagnosi, avvenuta nello scorso gennaio, sono stati molti i cambiamenti che Brittany e la sua famiglia hanno dovuto affrontare. Un trasferimento da San Francisco a Portland, in Oregon, che -insieme a Vermont, Montana, New Mexico e Washington – è uno dei pochi stati americani a permettere il “Death with dignity act”, ovvero la legge che consente il suicidio assistito. Nell’aprile scorso i medici avevano informato la giovane Brittany che le sarebbero restati da vivere solo sei mesi così lei, dopo aver deciso il giorno della sua morte – ovvero il 1 novembre, giorno che avrebbe assunto tutt’altro significato perchè ricorreva il suo primo anno di matrimonio con il marito Dan – ha vissuto i suoi ultimi giorni al meglio, accanto alla famiglia e ai suoi amici più cari ed ha esaudito uno dei suoi sogni, ovvero quello di visitare il Grand Canyon con suo marito. Il 30  ottobbre c’era stato però un ripensamento della giovane donna: “Mi sento ancora abbastanza bene, provo ancora gioia, scherzo e sorrido con la mia famiglia e i miei amici e non mi sembra il momento giusto adesso”. Brittany aveva però chiarito che sarebbe stato solo un rinvio della decisione e che quando la sua condizione fisica sarebbe peggiorata, avrebbe messo fine alla sua sofferenza. Un rinvio che però non c’è più stato perchè forse sono state solo parole che avevano lo scopo di alleggerire un pò la pressione mediatca che si era venuta a creare intoro a lei,  per andarsene serenamente tra le braccia delle persone che amava. La situazione della giovane nelle ultime settimane era comunque peggiorata, come ha affermato Sean Crowley: “soffriva di convulsoni sempre più lunghe e frequenti, di forti dolori alla testa e al collo e di sintomi simili a quelli di un ictus”.  Una storia dunque che fa riflettere, e un coraggio di una giovane donna che è riuscita a riaccendere uno dei dibattiti più forti che ancora oggi divide l’opinione pubblica degli Stati Uniti d’America.

Martina Pazzaglia