USURA, MENO DENUNCE. GLI ESPERTI: PAURA E SFIDUCIA

    Tanto per spiegare a volte quanto, malgrado l’onestà e l’impegno di chi raccoglie dati e numeri, le statistiche si differenzino clamorosamente dalla realtà dei fatti. Confrontando i dati della Polizia, l’agenzia di stampa AdnKronos ha infatti tentato di raccogliere l’incidenza di un cancro come quello dell’usua nella nostra società e, i numeri raccolti ’lascerebbero’ motivo di grande gioia: in Italia continuano a crollare le denunce per usura. Questo perché, rispetto alle 218 dello stesso periodo dell’anno scorso, nel primo trimestre di quest’anno sono stati denunciati ’soltanto’ 163 casi. Il che in termini percentuali sta a significare il 25% in meno. Parliamo di un business che, ha calcolato l’Eurispes, raggiunge mediamente gli 82 miliardi di euro. Ma forse non stanno esattamente così. Come spiega infatti all’AdnKronos la docente di Criminologia all’Università Bocconi di Milano, Eleonora Montani, “Vittime sempre più fragili, fanno fatica a parlare. Il dato relativo a usura ed estorsione è spesso molto difficile da leggere. Un calo normalmente è collegato a una efficace strategia di contrasto, ma per quanto riguarda questi reati nello specifico molto spesso non è così. E’ possibile – spiega ancora la docente – che l’usura stia aumentando e ci sia un sommerso più ampio. Sono episodi che si arriva a denunciare nel momento in cui c’è sicurezza e si sente di avere una rete di supporto. Si ricorre a prestiti usurari, anche perché le banche faticano a dare credito in questa congiuntura economica, e le vittime si sentono, quindi, più fragili e fanno fatica a denunciare”. Un concetto in parte confermato anche da Ferruccio Patti, presidente Sos Impresa di Milano, e vicepresidente di Confesercenti milanese, da sempre in prima fila contro il racket e l’usura: “Non si denuncia? C’è paura. – spiega – C’è sfiducia nelle istituzioni. La gente si rende conto che non ottiene risultati e, per non perdere tempo, sceglie di non denunciare. In molti tra i commercianti preferiscono cedere la propria attività agli aguzzini, per timore di conseguenze ancora più gravi. Di fronte a una scadenza economica – spiega Patti – se dalla banca non arrivano i soldi i prestiti alle aziende, calcola Unimpresa, sono calati di oltre 42 miliardi nell’ultimo anno, allora ci sarà qualcuno, vicino, commercialisti e avvocati disonesti, società di recupero crediti poco affidabili, qualche impiegato di banca infedele, pronti a ’darti una mano’”.
    M.