VACCINI, IN UN ISTITUTO COMPRENSIVO ALLA RUSTICA CIRCA UN BIMBO SU TRE È SENZA CERTIFICATO

Nel pieno della ripresa dell’anno scolastico, mentre incombono le procedure di regolarizzazione in relazione all’obbligo delle vaccinazioni, in un quartiere in particolare della Capitale si evidenzia che un bambino su tre non è ancora formalmente in regola per entrare in classe. E’ quanto accade all’Istituto comprensivo Via Aretusa, a La Rustica, che conta complessivamente 263 alunni distribuiti in 5 scuole materne. Ieri infatti scadeva il termine per la presentazione del libretto che certifica l’avvenuta profilassi dei 10 vaccini (9 per i nati prima del 2017) oppure, la richiesta di appuntamento per eseguirli, così come previsto dalla legge emanata a fine luglio che (senza vaccino niente scuola), per l’appunto, introduce l’obbligo vaccinale per tutelare la salute pubblica. Donatella Gentilini, dirigente scolastica dell’istituto in questione, spiega all’agenzia di stampa Adnkronos che “venerdì scorso solo il 50% dei genitori ci aveva portato i documenti necessari. Oggi c’è stato una sorta di rush finale. Ma su 268, di 94 bimbi non abbiamo le carte necessarie per farli entrare in classe. Tra i nostri studenti – fa notare la dirigente – ci sono molti rom e figli di immigrati, ma tra coloro che non si sono messi in regola ci sono molte famiglie italiane: sui 95 non in regola, 18 sono stranieri e 4 rom. Quindi ben 73 sono italiani. Io ho messo cartelli fuori e dentro la scuola e sul nostro sito. A tutti i genitori che hanno telefonato, il personale ha dato tutte le informazioni necessarie. Non credo quindi che il problema sia quello di una mancata informazione anche se, il periodo in cui ci siamo mossi, non è l’ideale per far sì che la comunicazione sia capillare. Ciò che temo – spiega la Gentilini – è che qualche genitore voglia imporre la presenza del figlio in classe nonostante la certificazione sia per legge requisito di accesso. Io devo tutelare i piccoli alunni vaccinati e in regola, non esiterò, in una condizione difficile, a chiamare la forza pubblica per far fronte nel modo migliore possibile alla situazione”.
M.