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Vaccino: “Dopo 7 mesi nei sanitari elevata protezione, anche se gli anticorpi neutralizzanti sono scesi del 79,2%”

Un’eventualità già annunciata con settimane di anticipo, ora però diversi studi hanno dimostrato che, studiando i primi operatori sanitari vaccinati con due dosi, a 7 mesi di distanza risultano essere ancora efficacemente protetti contro il Covid-19.

Nello specifico, lo studio, effettuato su un nucleo di operatori, amministratori e fornitori ospedalieri di Sassari (circa 4mila persone), ha evidenziato che sì, alcuni di questi ha contratto una infezione da Sars Cov-2, e che solo lo 0,48% in forma asintomatica o paucisintomatica: inoltre (dato non da poco), nessuno è stato ricoverato in ospedale, così come, nessuno è deceduto.

L’esperto: “I sanitari però adottano dispositivi e comportamenti di protezione dal rischio infettivo”

Come spiega il responsabile della struttura Sorveglianza sanitaria e coordinatore del centro vaccini Covid-19, Antonello serra (che lavora in tandem con Paolo Castiglia), ”E chiaro che ci sono anche altre condizioni, e tra queste deve essere tenuta in debito conto la maggiore attitudine degli operatori sanitari ad adottare dispositivi e comportamenti di protezione dal rischio infettivo. A questa va aggiunto anche il fatto che una popolazione di lavoratori in attività è, mediamente, in condizioni di salute migliori rispetto alla popolazione generale”.

L’esperto: “Elevata protezione anche se il livello di anticorpi neutralizzanti si sia ridotto del 79,2%”

Inoltre, aggiunge l’esperto, ”E rilevante che questo elevato livello di protezione del vaccino permanga, nonostante il livello di anticorpi neutralizzanti si sia ridotto del 79,2% rispetto al livello misurato subito dopo il completamento del ciclo vaccinale. L’ipotesi è che il complesso della risposta immunitaria, che comprende diverse linee di attività tra le quali l’immunità cellulare che può essere misurata solo con test di maggiore complessità, risulti ancora efficace a distanza di 7 mesi, anche rispetto alla protezione di una variante del virus, la Delta, significativamente più infettiva del ceppo originario“.

Max