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Vaiolo delle scimmie, l’Oms lancia l’allarme  “E’ un’emergenza sanitaria globale”. Ecco come funziona

Che dire? Dopo il Covid, e tutto quello che ne è seguito (e che in parte stiamo ancora ‘subendo’), ora all’orizzonte già si profila il nuovo ‘spauracchio sanitario’: il Vaiolo delle scimmie. A ‘promuoverlo’ in termini di pericolosità, è stato il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus il quale, oggi in  conferenza stampa l’ha definito “l’emergenza sanitaria globale“.

Questo perché, secondo un dettagliato report stilato dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità, attualmente si oltre 16mila casi in 75 Paesi.

Vaiolo scimmie  in Italia, Bassetti: “Nessuno vuole fare allarmismo, ma occhio a sottovalutare il problema”

Riguardo all’incidenza dei casi nel nostro Paese, come spiega Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, “Siamo arrivati a 15mila casi di vaiolo delle scimmie in più di 70 Paesi nel mondo, che probabilmente rappresentano la punta dell’iceberg. E’ verosimile pensare che siano 5-6 volte di più: siamo vicini, quindi, ai 100 mila casi reali. L’Italia rimane fra i primi 10 Paesi, con circa 400 casi. Sono numeri impressionanti. Nessuno vuole fare allarmismo, ma occhio a sottovalutare problema. Sarebbe il caso di partire ora con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia“.

Vaiolo scimmie  in Italia, Bassetti: “Sarebbe più il caso di dire che è il vaiolo della pelle, visto che dà lesioni della cute”

C’è da dire, spiega il noto infettivologo ligure, che “Forse il nome vaiolo delle scimmie ci fa pensare a qualcosa di lontano da noi . Sarebbe più il caso di dire che è il vaiolo della pelle, visto che dà tipicamente lesioni della cute. All’inizio il problema è stato sottovalutato, in Italia ma anche a livello internazionale, e nel giro di poco più due mesi si è arrivati a un numero impressionante di casi, non ce n’erano mai stati così tanti prima

Vaiolo scimmie  in Italia, Bassetti: “Servirebbe un vaccino più specifico, ma in questo momento può andare bene anche quello per l’uomo”

Dopo ‘l’esperienza Covid’, anche in questo caso (non per quanti vaccinatisi negli anni ’70 ‘col pennino sul braccio’), c’è già chi parla di vaccini: “Estendere il vaccino per il vaiolo umano con l’indicazione anche per vaiolo scimmie – osserva Bassetti – mi sembra appropriato all’indomani del via libera dell’Agenzia europea del farmaco. E’ evidente che servirebbe un vaccino più specifico, ma in questo momento può andare bene allargare l’indicazione“.

Vaiolo delle scimmie (o ‘monkeypox’), in realtà di costa stiamo parlando, di cosa si tratta?

Come viene spiegato sulla pagina ufficiale del l’Istituto Superiore di Sanità, “Si tratta di un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae) ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Il nome deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa.  Nelle aree endemiche è trasmesso all’uomo attraverso un morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee di un animale infetto. Il virus è stato identificato per la prima volta come patogeno umano nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo. Dalla sua scoperta, casi umani sono stati riportati in diversi paesi africani. . Attualmente la malattia è endemica in Benin, Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Gana (solo casi in animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone, e Sud Sudan”.

Vaiolo delle scimmie: si può trasmettere da persona a persona, se sì, in che modo?

Il virus non si trasmette facilmente da persona a persona – premette subito la ‘faq’ pubblicata dall’IIS – La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti…), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori)

Tuttavia, conclude la spiegazione, e qui urge prestare attenzione, “Nell’epidemia in corso , i dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi”.

Max