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Variante Omicron, Silvestri: “Studio evidenzia una infezione clinicamente più lieve”

Col passare delle settimane dall’arrivo di Omicron in Europa, emergono nuovi studi sulla variante sudafricana. Uno dei quali, segnalato sul suo profilo Facebook dal virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, evidenza una minore aggressività da parte della nuova variante Covid.

Scrive Silvestri nel suo post: “Lo scenario che emerge, in modo ogni giorno più evidente, è che la variante Omicron causa una infezione clinicamente più lieve in quanto il virus è meno in grado di colpire il polmone dell’ospite (ad esempio, criceto e topo negli studi sperimentali, homo sapiens negli studi clinici)”.

Lo studio, fa sapere il medico, è stato condotto da “un team All-Stars. Dati solidi e molto estesi, che confermano in pieno gli studi sperimentali di Hong-Kong e del Belgio (ed i dati clinici di Sudafrica, Uk e vari altri paesi)”.

Conclude il post di Silvestri: “Importante aggiungere che lo sviluppo e la eventuale dominanza epidemiologica di una variante virale più trasmissibile ma meno ‘cattiva’ è una forma classica di adattamento tra virus ed ospite che i virologi veri avevano previsto da tempo (e per questo erano stati sbeffeggiati dai virologi da ombrellone, ma Dio li perdona perché non sanno quello che scrivono. Questo studio non risponde in modo definitivo alla domanda da cento milioni – precisa il medico – cioè se a livello di popolazione la ridotta severità di Covid sarà sufficiente a compensare l’effetto negativo della sua maggiore trasmissibilità”.