Venezia, la stretta sui dipendenti comunali con il nuovo codice di comportamento

    Nuovo codice di comportamento interno approvato dalla giunta veneziana del sindaco Luigi Brugnaro. “Semplici regole di buon senso”, affermano da Ca ’Farsetti, sede del comune, “che la maggior parte degli impiegati rispetta già”. Regole che comunque è stato deciso di mettere per iscritto. Ad esempio, sulla “modalità per il rilevamento delle presenze”. La carta Dopo averlo timbrato all’ingresso, il dipendente deve girare in ufficio, “astenendosi dall’eseguire dopo le attività di timbratura che ne ritardano l’effettiva messa in servizio”. al mattino caffè Dopo il turno di lavoro il codice di condotta regola anche l’uscita: perché è vietato “indugiare vicino al rilevatore in attesa del superamento dei minuti”.

    Per i circa 2600 dipendenti comunali di Ca ’Farsetti, anche vicino all’uso di internet, telefoni e fotocopiatrici. “Possono essere utilizzati in conformità con i vincoli dell’amministrazione e solo per scopi istituzionali”. Basta quindi con la ricerca su Google per uso personale e con i social network, a condizione che, ovviamente, non li usiamo per comunicare con i cittadini, ai quali chiediamo uno spirito di collaborazione.

    Capitolo separato per i permessi della legge 104, garantito per assistere i familiari con disabilità. Congedo assicurato, ci mancheremmo. Ma il Comune chiede ai suoi dipendenti, “a meno che non siano state dimostrate situazioni urgenti”, di comunicare i giorni di ferie con un programma mensile, in modo da “consentire la migliore organizzazione dell’attività amministrativa”. Per assicurarsi che il regolamento sia applicato, sono previste due ispezioni al mese. In relazione al manager.

    Negli ultimi anni molti comuni hanno trasformato la loro mano in norme interne. Lo scorso maggio, dopo due anni di aspro confronto con i sindacati, il codice di condotta è passato anche a Trieste, dove è stato rivisto l’articolo che più ha acceso la polemica e che ha stabilito il divieto di bere alcolici anche durante la pausa pranzo. . La versione approvata, più morbida, afferma che l’impiegato comunale “non prende alcolici durante l’orario di lavoro”.

    Un codice di condotta dettagliato che deve essere seguito dai decreti “capitale Roma” in cui, tra l’altro, il divieto di utilizzare “i servizi telematici, telefonici e informatici dell’ufficio”, se non per “scopi istituzionali, situazioni personali di natura di emergenza” “. E a Jesi “Lo staff del Comune, durante l’attività lavorativa, salvo casi motivati ??e autorizzati, non lascia l’edificio in cui serve (anche per il ristoro)”.

    Negli ultimi mesi il Comune di Venezia era già intervenuto sul comportamento di una particolare categoria di dipendenti pubblici: i vigili urbani. Stabilire una sorta di codice di abbigliamento. Per le donne: collant senza ricami, biancheria intima non visibile e possibilità di indossare un solo anello, non appariscente, oltre la fede. Per gli uomini: sì barba e baffi ma con capelli corti, orecchini e piercing severamente vietati.