CINEMA

Venezia, tris di grandi attori per i Panama Papers

“Insieme a Scott abbiamo cercato di capire quale potesse essere l’approccio migliore con cui affrontare un argomento così complesso, in modo di arrivare più facilmente al pubblico. Non volevamo istruire la gente, ma dare intrattenimento seppur su una questione così seria e difficile”.

Così, citando “una commedia brillante che però partiva da una questione tremendamente drammatica”, come era ‘Il Dottor Stranamore‘ di Kubrick, il regista Steven Soderbergh ha presentato il suo ‘Panama Papers‘, intitolato all’omonimo scandalo finanziario che ha investito mezzo mondo.
Scritto da Scott Z. Burns, ispirato dal best seller ‘Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite’, scritto Jake Bernstein, ‘The Laundromat’ ripercorre gli altanelanti stati d’animo di una vedova, come sempre magistralmente impersonata da Meryl Streep, che a seguito di una frode assicurativa ariva fino Panama City, dove due cinici soci in affari hanno messo in piedi un sistema truffa per destabilizzare la finanza mondiale.
Applauditissima, la protagonista della pellicola proiettata – in concorso – alla 76° Mostra di Venezia, commenta quanto raccontato da Soderbergh spiegando che a suo avviso “il sistema deve cambiare, perché la trasparenza è l’unica arma a disposizione perché il tipo di corruzione di cui stiamo parlando è ciò che definisce la nostra contemporaneità. Stiamo vivendo momenti difficili, ma parlarne è già un inizio. Di tanto in tanto, credo, anche l’intrattenimento può servire a dare un contributo alla riflessione”. Ed in questo senso, prosegue l’attrice, “da sempre ammiro il lavoro di Soderbergh, sapevo che solamente lui – o Bertold Brecht – avrebbero potuto costruire questa narrazione così brillante, diretta ad intrattenere la gente, partendo da un qualcosa di incredibilmente complesso e cupo. Forse il lutto, il dolore è la molla di Ellen – aggiunge parlando del suo personaggio – Perché quando subiamo qualche cosa a livello personale, il mondo intorno a noi non si ferma. Questo fantomatico John Doe (come venne ribattezzata una delle fonti anonime) ha reso noto a tutto il mondo qualcosa di molto pericoloso. Anche perché una volta che i Panama Papers sono diventati di dominio pubblico sono anche morte delle persone, come la giornalista maltese – aggiunge ancora riferendosi a Caruana Galizia, esplosa nella sua auto nel 2017 – che stava indagando su alcune connessioni”.
Quando fanno notare alla Streep che il suo film essendo ‘targato’ Netflix avrà anche spettatori via web, l’attrice sembra non dar poi grande peso alla cosa: “Tendenzialmente preferisco vedere un film sul grande schermo, ma ai ragazzi di oggi credo importi poco”.
Dello stesso avviso anche l’attore Gary Oldman (che con Antonio Banderas rappresentano i due brooker disonesti, Jürgen Mossack e Ramón Fonseca), il quale liquida la questione commentando che “bisogna approfittare dell’audience potenzialmente illimitata della piattaforma un’audience illimitata. Abbiamo un prodotto molto serio e vogliamo che la più grande platea possibile lo possa vedere. Quando non c’erano così tanti dispositivi a disposizione magari facevi grandi film che poi però non vedevano in molti”. Quanto poi al film, Oldman riguardo al suo personaggio spiega che “Potrei parlare di ricerca, di curiosità, ovviamente ci sono cose che ho dovuto imparare, studiare. Sono Mossack ma rappresento una sua versione, non naturalistica né chissà quanto verosimile di quel personaggio. Non ho lavorato molto al di fuori della sceneggiatura perché era già tutto lì, presente, scritto. Avevamo tutti gli indicatori, la sceneggiatura per noi è come la mappa del mondo, ti mostra la varia segnaletica con cui affrontare l’itinerario sul set”.
Max

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Max Tamanti