VENEZUELA – LE MILIZIE PARAMILITARI SPARANO CONTRO I VOTANTI DEL REFERENDUM ANTI-MADURO: 2 MORTI

La situazione è ormai abbastanza chiara: Nicolas Maduro, numero uno del Venezuela, mira a metter su una sorta di presidenza dittatoriale, e la popolazione ormai ridotta in miseria lo contesta. C’è da sottolineare che ormai le manifestazioni di protesta nei confronti di Maduro, hanno convolto persino i ‘ranchitos’, favelas e quartieri poveri, un tempo roccaforte chaviste. E ieri, nel corso delle operazioni di voto nell’ambito del referendum non ufficiale indetto dall’opposizione per protestare contro il piano del presidente di riscrivere la costituzione, c’è nuovamente scappato il morto. Anzi due. Il fatto è avvenuto presso un seggio elettorale allestito nei pressi di una chiesa a Catia, cittadina a nord ovest di Caracas, qui (come ha spiegato un portavoce dell’opposizione Carlos Ortiz), alcuni uomini armati a bordo di motociclette hanno attaccato ferendone gravemente altre quattro. In quel momento nell’area c’erano circa 500 persone, la maggior parte delle quali hanno trovato rifugio nella chiesa, mentre il gruppo ’colectivos’ (che rappresenta le milizie paramilitari pro governative), sparava nel mucchio. Come dicevamo il referendum è nato con l’intento di opporsi all’Assemblea Costituente alla quale il regime di Maduro vuole appellarsi per riscrivere addirittura la costituzione, limitando così il potere del parlamento, dominato appunto dall’opposizione. Dietro la consultazione ‘ufficiosa’, distribuita attraverso 14mila seggi sparsi nel Paese, la Mesa de Unidad Democratica (Mud), organizzazione che riunisce i diversi partiti di opposizione. Le operazioni di voto hanno avuto luogo perlopiù in chiese e centri culturali. Ad ogni modo oltre 7 milioni di venezuelani si sono ugualmente recati alle urne: un dato record se si considera che si trattava di una consultazione non riconosciuta dal governo, e tenendo conto che parliamo di un Paese dove, complessivamente, gli elettori sono 19,5 milioni.
M.