Home POLITICA ESTERI Vertice Europeo le aspettative erano molte, i risultati sono minimi

Vertice Europeo le aspettative erano molte, i risultati sono minimi

I dossier sul tavolo dei leader dell’Unione europea
erano molteplici, in un contesto di crisi più grave
dal dopoguerra, ad un anno esatto in Europa dall’emergenza sancita il 26 marzo del 2020

Raffaele Panico

Nella foto, Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha partecipato alla Videoconferenza dei membri del Consiglio europeo e all’Eurosummit.  Tra i temi all’ordine del giorno, la pandemia di COVID-19, le relazioni con la Russia e la situazione nel Mediterraneo orientale – Turchia, il Mercato Unico, la trasformazione digitale, Politica Industriale ed Economia. In serata, la sessione straordinaria sulla cooperazione UE-USA, con la partecipazione del Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden.

Tutto però – in quella che doveva essere una due giorni, si è incartato sulla questione vaccinale, con reciproche frecciate, litigi e scontri tra i membri UE, con un crescendo di tensioni intorno al nodo della redistribuzione interna e il meccanismo di controllo delle esportazioni fuori dei confini dei 27 Paesi. La questione si è prolungata oltre il dovuto ed alla fine si è arenata su 10 milioni di dosi Pfizer/BioNTech, da redistribuire tra gli Stati dell’UE. Altri argomenti sul tavolo i rapporti con la Turchia, il ruolo internazionale dell’euro ma, poi è stato un tutti a casa, e si è concluso il vertice anticipatamente. Alle 20.45 un collegamento col presidente Joe Biden e tutto il resto è saltato con un giorno di anticipo. Entrare nel merito delle discussioni tra gli Stati membri – citare i passaggi delle schermaglie sui vaccini da qualcuno definito un mercato da “bazar” tutto – purtroppo tutta questa storia non è utile per i 446 milioni di cittadini dell’Unione: “tutto il resto è noia”.Invece le super potenze gli Stati Uniti, la Federazione Russa, la Cina e la “cara vecchia” Gran Bretagna tornata a fare storia a sé, questi “Tre moschettieri” che ballano sugli scenari internazionali in Quattro, si stanno tirando fuori dalle devastanti conseguenze della crisi sanitaria e dalle emergenze parallele da questa scaturite. L’Unione europea vacilla, tenta qualche passo, non si muove di fatto. Una volta c’era la cosiddetta “locomotiva Tedesca” ma quando la Germania aveva capitale a Bonn e in Italia vi era la Prima repubblica. Il punto sembra essere, dopo la caduta del Muro 1989 che ha visto crescere il rapporto di ferro dell’Asse franco-tedesco, sancito poi ad Aquisgrana il 23 gennaio 2019, questo Trentennio è finito su un binario morto? In quest’ultimo vi è scritto: “Trattato tra la Repubblica francese e la Repubblica federale di Germania” sulla cooperazione e l’integrazione franco-tedesca sancisce “il successo storico della riconciliazione tra i popoli francese e tedesco, a cui il trattato, del 22 gennaio 1963, tra la Repubblica francese e la Repubblica federale di Germania sulla cooperazione franco-tedesca ha dato un contributo eccezionale e da cui è emersa una rete senza precedenti di relazioni bilaterali tra le loro società civili e le loro autorità pubbliche a tutti i livelli. Convinti che sia giunto il momento di portare le loro relazioni bilaterali a un livello superiore e di prepararsi alle sfide che gli Stati e l’Europa del XXI secolo.”

L’Asse di ferro tra Francia e Germania sancito ad Aquisgrana tra i leaders, Macron e Merkel, esiste con una non celata volontà di egemonia ad indicare agli europei la direzione da seguire verso il futuro comune. Questa storia è fallita, gli ultimi eventi, sulla strategia vaccinale, mostrano che non c’è stata un’Unione europea forte, coesa con carte in mano per farsi rispettare negli accordi presi con le multinazionali del farmaco che producono i vaccini. Certo i due Stati dell’Ue hanno delle problematiche interne, come gli altri, grandi e minori Stati tra i 27; hanno a che pensare e neanche il Coronavirus li ha spinti a un fronte comune e costringerli a reagire compatti. La Merkel inoltre sta per lasciare dopo 16 anni di potere incontrastato la guida della Germania e Macron sta per iniziare la campagna elettorale per le presidenziali in Francia.

Tra i Paesi dell’UE l’unico rimasto, tra i paesi fondatori del Trattato di Roma 1957 e che con grande lungimiranza e apprezzamento negli anni Ottanta si era impegnato all’allargamento della allora CEE e successive integrazioni – rimane l’Italia. E tra i leader europei Mario Draghi non ha certo problemi di consenso interno al Paese. È un capo di governo che può guardare con serena lungimiranza nelle sedi comunitarie, ed ha un profilo da statista di assoluto rispetto, forgiato da decenni passati ai vertici delle maggiori istituzioni finanziarie internazionali, pubbliche e private, ed ora è giunto il momento di mostrare il valore sui tavoli della programmazione. L’Italia, con un Capo di Governo di Salvezza nazionale ora in politica estera può farsi sentire, preso atto del doppio fallimento delle linee guida europee. Non più l’Italia dovrà china seguire la DAD – didattica a distanza imposta Oltralpe e fare i compiti a casa per essere accettata dai due Grandi succitati e gli altri Paesi dell’UE, può dare un impulso all’Unione nell’insieme e ai 26 Paesi-partner dell’Italia.

I segnali ci sono, come è stato per la prova di forza di Palazzo Chigi qualche giorno fa “scoprendo” 29 milioni di dosi del vaccino Astrazeneca stipati, in Italia, e le conseguenti mancate consegne delle dosi vaccinali, cosa che si è fatta notare chiara e forte.

La gestione della migrazione poi, era l’altro argomento all’OdG del Vertice, nel quadro della più ampia strategia dell’UE che comprende tutte le rotte migratorie; si è parlato della cooperazione con la Turchia, che dovrebbe essere rafforzata in settori come la protezione delle frontiere, la lotta alla migrazione illegale, il rimpatrio dei migranti irregolari e i richiedenti asilo respinti in Turchia, in conformità con la dichiarazione UE-Turchia. Infine sulla questione al vertice del Consiglio europeo si è accennato alla Russia: “Siamo stati informati sugli ultimi sviluppi nelle relazioni tra l’Unione europea e la Russia. Terremo un dibattito strategico in una prossima riunione del Consiglio europeo”. Precisa il comunicato stampa inoltrato in serata dal’UE.