Vertice sulla Libia a Palermo: Conte accoglie 38 delegazioni

A Palermo, durante il primo giorno del meeting internazionale sulla Libia, a cui hanno preso parte le più alte rappresentanze delle grandi nazioni, si è fatto attendere l’ospite più atteso. Seppur in ritardo, il generale Khalifa Haftar è giunto a Villa Igiea, ricevuto dal premier Giuseppe Conte. Una calda stretta di mano tra il presidente del Consiglio e il generale, che non aveva addosso l’uniforme, ma abiti casual. Conte e Haftar hanno chiaccerato, prima da soli, poi con l’ausilio di un interprete e il generale ha poi abbandonato il luogo che ospita il meeting sulla Libia.”Il compromesso è l’arte della leadership, e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici”, ha commentato il primo ministro Conte, facendo sue le parole di Nelson Mandela, nel bilaterale avuto nella serata di ieri a Palermo con il generale libico Haftar. “Un compromesso per il bene del popolo”, ha aggiunto Conte, che era in sintonia con Haftar. L’uomo forte di Tobruk ha dichiarato di considerare Conte un amico del quale ripone molta fiducia e che la conferenza è un’ottima chance per la Libia. Poi il presidente del Consiglio ha avuto un faccia a faccia con l’inviato Onu Ghassem Salamè per stilare passo dopo passo l’agenda da seguire e concordare le questioni su cui lavorare. “Chiedo a tutti, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, di vivere questa conferenza con uno spirito costruttivo, con il desiderio di lavorare per il bene della Libia e del suo straordinario popolo”, il desiderio di Conte con cui ha aperto la cena ufficiale. Il percorso verso l’equilibrio libico, aveva concluso, “è complesso e non prevede scorciatoie o soluzioni miracolistiche”.Alla stampa il presidente del Consiglio aveva fatto sapere di aver inviato un invito a Donald Trump e Vladimir Putin, e la data del 12 novembre era stata scelta anche perché proprio il giorno precedente i due capi di stato avevano preso parti, insieme a molti altri, a Parigi per il centenario della fine della Prima guerra mondiale. Putin e Trump sono assenti, ma il presidente russo, in sua vece, ha mandato il suo primo ministro Dmitrij Medvedev. Oltre a ciò che verrà fuori dal vertice, la sfida dell’Italia sarà quella di controllare l’ iniziativa politica di fronte a una guerra che sul suolo libico si fa sempre più grave: la possibile crescita del ruolo dei Fratelli musulmani a Tripoli, un trend che vedrà contrapposti in maniera decisamente ostile non solo Haftar ma soprattutto i suoi principali alleati arabi, Egitto, Emirati e Arabia Saudita. Alle primi luci dell’ala di oggi, Conte ha ricevuto il presidente egiziano, il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj, il maresciallo Haftar, il premier russo Medvedev, il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, il presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, il premier algerino, Ahmed Ouyahia, il rappresentante speciale dell’Onu in Libia, Ghassan Salamè e il presidente del Consiglio europeo, Tusk. Il presidente egiziano Al Sisi è al vertice, Mettendo piede in Italia per la prima volta dopo il caso dell’assassinio del ricercatore Giulio Regeni al Cairo poco più di due anni fa. A Palermo ci sono anche il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk e l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione, Federica Mogherini: in totale 38 delegazioni.