Vi presento Paolina Leopardi, la sorella di Giacomo

    Per la prima volta sono state rinvenute tutte le epistole mai pubblicate di Paolina Leopardi accompagnate da una cinquanta di firme inediti scoperte in diverse biblioteche della penisola. E sempre per la prima volta si accredita che Paolina Leopardi sia esistita davvero attraverso una approfondita e ricca cronologia della sua vita e delle sue opere letterarie.A chiarirci l’aspetto piuttosto esauriente, senz’ombra di dubbio più dettagliato delle notizie fino adesso presenti, sulla personalità, sulle occupazioni, dei problemi della nobildonna marchigiana, che ha sofferto per lungo periodo il peso  di essere la sorella di uno dei più straordinari menti della letteratura e della filosofia del XIX secolo, è il volume ’Paolina Leopardi, Lettere (1822-1869)’, a cura e con un introduzione di Elisabetta Benucci, edito da Apice Libri, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dalla dipartita di Paolina Leopardi (1869-2019). Un profilo inedito e diverso di Paolina è quello che viene delineato dalla lettura del suo pesantissima raccolta arricchita dalle rivelazioni della filologa Elisabetta Benucci dell’Università di Firenze e dell’Accademia della Crusca: dalla sua operosità di scrittrice/traduttrice (dei fratelli Leopardi, dopo Giacomo, Paolina è quella che pubblica di più), alle numerose contrattazioni matrimoniali con esito negativo, alle tante amiche, ma soprattutto ai tanti amici uomini, cambia l’opinione rispetto a quel che era già noto, esaminando ora  più di quattrocento lettere inviate da Paolina a 41 destinatari differenti (18 ancora senza un’identità), dei quali trentuno destinatari e dieci destinatarie. Ma sono il ritratto e la memoria di Giacomo Leopardi a tenere banco nei pensieri e nelle attività di Paolina: è una specie di filo conduttore che parte dalla prima lettera del carteggio, con destinatario proprio il fratello, datato il primo dicembre 1822, a una delle ultime, 6 ottobre 1867 dove Paolina evidenzia tutta la sua gioia per la richiesta di uno studioso di recarsi nella dimora in cui il poeta era nato e vissuto.