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Virtus Roma, Toti: “Deluso per non aver ceduto la società in mani sicure”

Roma ha perso un pezzo di storia sportiva. Dopo 60 anni la Virtus ha detto addio al campionato di Serie A e ora rischia di sparire nel vortice dei debiti e dell’indifferenza. Lo storico club capitolino, che proprio quest’anno compie 60 anni di storia, è stato ritirato dal campionato dal proprietario Claudio Toti a causa delle difficoltà economiche che da anni affliggono la società.

Il mancato pagamento dell’ultima rata stagionale Fip, per un ammontare pari a circa 35.000 euro, ha portato all’ultimo tragico atto di un’agonia che si trascinava ormai da anni. E ora, per mantenere il nome e ripartire dal primo campionato utile la Virtus dovrà pagare circa 600.000 euro. Un’importante somma di cui dovrebbe farsi carico l’eventuale acquirente della società.

Al momento però possibili compratori non si sono ancora palesati, il passaggio di consegne tra Toti e una cordata americana che aveva mostrato interesse nei mesi scorsi è sfumato all’ultima curva. Ed è proprio questo il più grande rimpianto dell’ormai ex proprietario della Virtus, che aveva acquistato la società nel 2000: “La prima sensazione è una grande delusione per ciò che non sono riuscito a fare: trasferire la società in mani sicure, darle una prospettiva, garantirle quel progetto che la sua storia avrebbe meritato”, ha confessato Toti in un’intervista al Corriere della Sera.

Un gruppo farmaceutico americano ha fatto una prima offerta, abbiamo discusso, avevano intermediari credibili. Poi è arrivato il Covid, la pandemia, e tutto si è complicato”. Ha raccontato ancora l’ex presidente. Ora è troppo tardi. E il primo campanello d’allarme era suonato anni fa: “Forse mi fermerei all’anno dell’autoretrocessione in serie A2 – afferma Toti – Lì era già chiaro che a fronte di ricavi inesistenti sarebbe stato difficile andare avanti”. Il presente conferma che quei timori erano fondati. Anche se in pochi potevano credere che la Virtus potesse realmente rischiare di sparire.