Volontaria italiana rapita in Kenya, attacco con feriti

    Una volontaria italiana di 23 anni è stata rapita ieri a Chakame, un villaggio ubicato nel bel mezzo del nulla sulla costa del Kenya, a circa ottanta chilometri da Malindi. Cinque persone sono state ferite nell’assalto armato, compresi alcuni bambini, di cui uno gravemente. Lo ha riferito stamattina il capo della polizia keniana Joseph Boinnet, riferendo che la giovane donna lavora per l’ONG italiana Africa Milele.

    Fonti della Farnesina hanno confermato le generalità della donna italiana rapita : si tratta di Silvia Costanza Romano. Istruttrice di ginnastica artistica a Milano, sul suo profilo Facebook la ragazza racconta la sua esperienza di volontariato ad agosto con l’Ong Orphans’s Dreams, una ONG italiana nata nel 2017 che ha dato vita ad un orfanotrofio nel villaggio di Likoni, in Kenya. l’ italiana rapita ha anche avviato una raccolta fondi online per ampliare questo orfanotrofio e, come lei stessa ha scritto, potrebbe “accogliere più bambini che attualmente vivono nella discarica di Mombasa in condizioni estremamente pericolose per la loro salute, in questo modo Orphan’s Dream potrebbe dare loro un futuro degno di essere così chiamato”.

    Secondo i testimoni, gli aggressori erano tre, tutti equipaggiati con Kalashnikov. “Il loro scopo era rubare denaro”, ha detto un altro testimone alla TV KTN, affermando che il commando ha afferrato la donna italiana rapita mentre usciva da una stanza per vedere cosa stava succedendo. “Sono andati con lei al fiume e prima di lasciare il villaggio hanno iniziato a sparare sfrenatamente, così hanno ferito una donna e quattro bambini” è stata la sua ricostruzione. Tra i feriti, un bambino di 10 anni colpito negli occhi e un dodicenne preso alla coscia, ha detto la polizia.

    I sospetti si concentrano sugli islamici della shebab somala. “Gli assalitori vestivano alla somala e parlavano quella lingua”, ha detto a Reuters un testimone sopravvissuto all’attacco.
    L’attacco arriva dopo un periodo di relativa tregua nelle azioni di questi terroristi passati dall’affiliazione ad al Qaeda alla squadra dell’Isis. Gli shebab hanno intensificato gli attacchi sul territorio keniota dopo l’offensiva militare lanciata da Nairobi nel territorio somalo nell’ottobre 2011, puntando proprio contro gli shebab.

    Non è la prima volta che gli shebab hanno preso di mira un’area commerciale. Il gruppo nel 2013 aveva già firmato il sanguinoso attacco a Westgate Mall a Nairobi, causando 6 vittime e 160 feriti in un attacco più lungo, più sanguinoso e impressionante mai realizzato da un gruppo terroristico. Il massacro compiuto due anni dopo nel campus universitario di Garissa con 150 studenti uccisi è ancora più brutale. Anche a seguito della reazione e dell’indignazione causata da quel gesto, i terroristi avevano successivamente dovuto affrontare un numero considerevole di attacchi sul territorio somalo e lungo il confine con il Kenya da unità di forze speciali occidentali, americane e britanniche, contro le loro basi e le loro enclavi. Ma a quanto pare la resa è ancora lontana.