WIKILEAKS CHOC: LA CIA È IN GRADO DI HACKERARE, CONTROLLARE A DISTANZA E SPIARE, GLI SMARTPHONE, I PC, I DISPOSITIVI ELETTRONICI, E PERFINO LE TELEVISONI. UNA BASE E’ IN GERMANIA

Se ne parla da sempre, anche se con poca convinzione, sapendo di scomodare capitoli fantasiosi e tecnologicamente ‘avveniristici’. Eppure, oggi Wikileaks ha diffuso in rete un’enorme mole di documenti relativi ai programmi di hackeraggio della Central Intelligence Agency provenienti dagli archivi dell’agenzia. Un report impressionante che rivela come, la Cia, sia in grado di hackerare, controllare a distanza e spiare, gli smartphone, i computer, i dispositivi elettronici di ogni tipo, e perfino televisori, nelle loro versioni più moderne, come le smart tv. Sistemi facilmente violabili grazie alle ‘mirabilie’ informatiche rappresentate da App, software malevoli. Pubblicandola, il sito fondato da Julian Assange, lo ha presentato come  “Vault 7, la più grande pubblicazione di documenti confidenziali dell’agenzia”. Soltanto la prima parte di Vault 7, definita ‘Year Zero’ (Anno Zero), si compone di qualcosa come 8.761 documenti e file provenienti da un network segreto di massima sicurezza situato a Langley, in Virginia, all’interno del Center for Cyber Intelligence della Cia, nel quartier generale dell’agenzia. Rendendo noto tutto ciò, Wikileaks ha inoltre affermato che la Cia avrebbe perso il controllo della maggior parte del proprio arsenale informatico e dell’annessa documentazione.  Si parla di centinaia di milioni di righe di codici: “l’intera capacità di hackeraggio della Cia”, che sarebbe finito in rete senza l’autorizzazione tra ex contractor e hacker assoldati dal governo Usa, uno dei quali ne ha fornito alcune parti a Wikileaks. Il noto sito di notizie ‘riservate’ ha comunque tenuto a precisare di aver opportunatamente omessi i nomi degli agenti coinvolti nelle operazioni descritte nei documenti, in quanto, “Quando una singola ’arma’ informatica viene ’liberata’, può diffondersi in tutto il mondo nel giro di pochi secondi, per essere utilizzata da stati rivali, dalla cyber mafia e anche da hacker adolescenti”. Per tali motivi non stati resi pubblici nemmeno gli strumenti ed i sistemi usati dalla Cia e, “fino a quando non emergerà un consenso sulla natura tecnica e politica del programma della Cia e sul modo in cui queste ’armi’ debbano essere analizzate, disarmate e rese pubbliche”, Wikileaks ha assicurato che preserverà la riservatezza di determinati dati sensibili. A destare stupore, in merito a quanto pubblicato oggi, la notizia secondo cui il consolato Usa di Francoforte nasconderebbe in realtà una base operativa per gli hacker che agiscono in Europa, Medio Oriente e Africa, il cosiddetto Center for Cyber Intelligence Europe (Ccie). Nel dubbio, per difendere la nostra intimità, sarebbe forse opportuno togliere via la tv dalle nostre camere da letto…

M.