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Wisconsin, il voto ai tempi della pandemia

“This is ridiculous”, si legge su uno striscione di cartone che una ragazza, in fila al seggio in attesa di poter votare, mostra alle telecamere presenti, lì per documentare una giornata destinata a entrare nei libri di storia. La ragazza indossa una mascherina di fortuna, tutta colorata e di una stoffa commerciale, di quelle fatte in casa. In Wisconsin ieri, martedì 7 aprile, si votava per le primarie democratiche e repubblicane e per una serie di cariche locali, come la scelta dei giudici della Corte Suprema dello Stato.

Sono state le prime elezioni nel bel mezzo di una pandemia, in cui, nonostante gli inviti della Casa Bianca alla popolazione di restare in casa, è stato chiesto ai cittadini di scegliere tra l’esercizio del proprio diritto di voto e la tutela della salute.

A Milwaukee, la città più grande dello Stato e sede della convention democratica in cui verrà scelto il candidato che sfiderà Donald Trump (già slittata da metà luglio al 17 agosto), la situazione è stata surreale. File chilometriche ai seggi, ore e ore di attesa, elettori che portavano la penna da casa per votare. Sui 180 seggi previsti, solo cinque erano aperti.

Eppure il governatore dello Stato, Tony Evers, aveva provato a posticipare le elezioni a giugno, seguendo l’esempio di molti altri Stati. Ma non c’è stato nulla da fare, con una sentenza, la sera prima delle votazioni, la Corte Suprema del Wisconsin aveva dichiarato incostituzionale l’ordine esecutivo del governatore e negato la possibilità di rinviare le elezioni a tempi migliori.

I giudici e alcuni politici hanno forse sottovalutato il problema? Oppure le democrazie occidentali devono imparare a convivere con situazioni simili, senza venir meno ai loro meccanismi istituzionali?

Forse un po’ più di buon senso non avrebbe fatto male. L’affluenza alle urne è stata, ovviamente, ai minimi storici, e i risultati non usciranno prima di lunedì.

I due candidati democratici, Joe Biden e Bernie Sanders, dovranno quindi aspettare per vedere chi ha vinto nel Wisconsin, la Dairyland americana per via dell’enorme quantità di formaggio prodotto tra i suoi confini.

Per il momento Biden è avanti nella corsa alla nomination con 1217 delegati, Sanders segue con 914. Biden sta aspettando di chiudere il prima possibile la questione primarie e raggiungere quota 1991 delegati, il numero necessario per ottenere automaticamente la candidatura dal partito, per concentrarsi sulle presidenziali del prossimo 3 novembre.

Ma occhio a Sanders che, seppur sfavorito secondo i sondaggi, in Wisconsin nel 2016 vinse contro Hillary Clinton. Ma questa volta il senatore del Vermont, con grande senso di responsabilità, ha invitato i suoi sostenitori a non andare a votare. Chissà che questa mossa non vada a suo favore…

Mario Bonito