Incoraggiati dalla stagione estiva, siamo maggiormente portati ad avventurarci tra i boschi ed i sentieri di montagna ma, come giustamente tiene ad avvertire la Società italiana di Medicina ambientale (Sima), “Aumentano in Italia le specie di insetti che possono rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana e, a causa dei cambiamenti climatici, cresce la popolazione di zanzare e zecche presenti sul nostro territorio“. E a tal proposito, la Sima ha lanciato una guida pratica per difendersi da morsi e punture e aiutare i cittadini ad intervenire correttamente in caso di contatto.
Come spiega Alessandro Miani, presidente della Sima, “Il commercio globalizzato rappresenta il principale veicolo di trasporto di virus, batteri, insetti e animali, che viaggiano assieme a persone e cose da una parte all’altra del mondo. Anche in Italia si assiste alla diffusione di nuove specie di insetti come imenotteri, cimici asiatiche, cavallette africane, scarabei giapponesi, introdotte sul nostro territorio grazie alle nuove frontiere del commercio. Al tempo stesso i cambiamenti climatici, caratterizzati da un innalzamento delle temperature associato ad una diversa distribuzione delle piogge, facilita il proliferare sul nostro territorio di insetti e animali”.
Dunque, rivolgendosi direttamente ai cittadini, per insegnare loro a proteggersi da morsi e punture, spiegando come intervenire correttamente in caso di contatto con insetti, la Società italiana di Medicina ambientale ha realizzato una guida utile che, parte dalle punture più comuni come quelle delle zecche: “Il loro habitat è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, dove il clima è fresco e umido. L’anidride carbonica – osservano gli esperti Sima – emessa dal corpo umano attira questi parassiti che possono attaccarsi alla nostra pelle per succhiare il sangue. Le zecche possono essere vettori di malattie trasmissibili all’uomo quali la borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi, l’encefalite virale ed anche la febbre emorragica Crimea-Congo”. Come difendersi? “Indossare abiti chiari che rendono più facile l’individuazione delle zecche, coprire braccia e gambe, evitare di strusciare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta. Utilizzare prodotti contro le zecche sugli animali domestici“.
Quindi come comportarsi in caso di puntura, cosa fare? Non utilizzare mai alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati. “La zecca – spiegano gli esperti della Sima – deve essere rimossa dolcemente con una pinzetta, prestando la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni. Dopo la rimozione disinfettare la zona, evitando di toccare a mani nude la zecca. In caso di comparsa di sintomi di malattia (febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni) rivolgersi subito al proprio medico curante“.
Altro insetto comune e particolarmente insidioso, ecco la zanzara tigre che, spiegano dalla Sima, “Nel nostro paese le specie di zanzare sono circa 60, a fronte delle oltre 3000 presenti in tutto il mondo. Tra queste la più temibile è la zanzara tigre, che prolifera nei luoghi dove vi sono raccolte d’acqua (secchi, annaffiatoi, sottovasi, caditoie, tombini). Tra le malattie trasmesse all’uomo da queste zanzare, ve ne sono alcune molto gravi, come i virus dengue, chikungunya e febbre gialla“. Come difendersi? “Eliminare il loro habitat, evitando accumuli di acqua in sottovasi, annaffiatoi, bidoni – avvertono gli specialisti – innaffiare giardini e piante direttamente con le pompe; trattare ogni 7-10 giorni con prodotti specifici a uso domestico le parti esterne delle case dove si raccoglie l’acqua; utilizzare repellenti contro la zanzara tigre a base di principi attivi tra i quali deet e icaridina. Nei luoghi al chiuso usare vaporizzatori elettrici contro le zanzare, tenendo ben arieggiati i locali“. Cosa fare in caso di puntura? “Non grattarsi, in modo da evitare di espandere l’urticante presente attorno alla puntura iniettato dalla zanzara; utilizzare prodotti specifici che alleviano il prurito, facilmente reperibili in commercio; apporre un cubetto di ghiaccio sulla puntura. In caso di gonfiori particolarmente importanti, consultare il farmacista o il medico“.
Infine, a rappresentare le ‘classiche insidie’ estive – soprattutto per i bambini – ecco le api, le vespe ed i calabroni. “Le punture di api, vespe e calabroni provocano, nella maggior parte dei casi, una reazione locale dovuta al veleno iniettato dall’imenottero, con una manifestazione cutanea di pochi centimetri di diametro, dolore, rossore e gonfiore. Le più aggressive sono le vespe – avverte Sima – il cui habitat naturale è rappresentato da alberi, spazi del tetto, cataste di legna, ristagni d’acqua, cespugli, raccoglitori per i rifiuti. Circa il 10% delle persone punte da tali insetti ha importanti reazioni come orticaria generalizzata, nausea, vomito, dispnea e difficoltà respiratoria, calo di pressione. In alcuni casi può manifestarsi un vero e proprio shock anafilattico con grave calo della pressione arteriosa che può portare anche al decesso“.
Come difendersi in questi casi? “Installare zanzariere su porte e finestre; provvedere ad una corretta gestione dei rifiuti e degli alimenti; evitare l’abbandono incontrollato di sostanze organiche (in particolare zuccheri, carni, e altre sostanze proteiche) fortemente attrattive per api, vespe e calabroni; mantenere la calma e non tentare mai di scacciarle con gesti bruschi della mano, che possono indurre l’insetto a pungere“, suggeriscono i medici dell’ambiente. Cosa fare in caso di puntura? “Se d’ape è necessario togliere subito il pungiglione, aiutandosi con una pinzetta; per tutte le punture, applicare del ghiaccio per ridurre l’infiammazione prodotta dal veleno; non grattarsi per evitare di introdurre batteri che possono causare un’infezione; se la reazione è estesa utilizzare subito un cortisonico e un antistaminico – conclude Sima – Se la reazione è grave è necessario chiamare tempestivamente il pronto soccorso“.
Max